Trento, un punto di morale e autostima

A Belluno gli aquilotti erano passati in vantaggio

di Luca Avancini

Ma sì, il Trento è maturo. Se per maturo s'intende consapevole di sé e delle proprie forze, persino dei propri limiti, già capace di assumersi le responsabilità e il peso del ruolo autorevole che tutti gli hanno affibbiato sin dall'inizio del campionato. Non torna alla vittoria, fa solo un piccolo passo in avanti, ma la gara di Belluno, dura, spigolosa, difficile, certifica che la squadra di Parlato ha gli attributi per reggere il carico della battaglia che ogni domenica l'aspetta, soffre come mai aveva sofferto finora, ma alla fine si porta a casa un punto che sul piano del morale e dell'autostima vale quanto quello preso con l'Arzignano sette giorni prima. Mettiamola così, in altri tempi il Trento gare così non le avrebbe svangate, e invece stavolta pur consegnandosi a una ripresa di tremori e qualche brivido di troppo, è riuscito ad allungare la striscia positiva, fatto di per sé tutt'altro che trascurabile, e mantenersi in vetta alla classifica, seppur in coabitazione.

E' evidente che Parlato ha saputo già dare un'anima forte e uno spirito pugnace al suo gruppo, che ora deve solo continuare la crescita con la stessa umiltà e lo stesso entusiasmo. I margini ci sono tutti, e vanno inseguiti perché la squadra ha dato l'impressione di essere la più forte in campo, ma questa superiorità che non si è tradotta nel risultato. Pietribiasi è partito forte, ma ha confermato di non avere la continuità e la fibra necessarie per sostenere Aliu lì davanti per tutti i novanta minuti, e vista l'indisponibilità di Ferri Marini manca al momento una reale alternativa al reparto offensivo: Belcastro ha corricchiato spaesato senza essersi ancora inserito nei meccanismi di gioco, il giovanissimo Comper può portare vivacità, ma manca al momento della personalità per addentare match muscolari come questi. A Parlato piace ripartire in velocità, sempre in verticale e la cosa ha funzionato per un po', ma alla lunga la squadra ha sofferto la mancanza di rifornimenti e l'aggressione sulle corsie laterali, dove il Belluno aveva gente svelta come Posocco e Cescon, e di gamba come Gjoshi e Mosca.

Le ammonizioni rimediate dagli esterni, Tinazzi, Bran e Affolati, attestano bene il pomeriggio di patimento dei giovani, mentre quelle di frustrazione comminate nel secondo tempo ai senatori, Dionisi, Gatto e Osusji, finiti sul taccuino dell'incerto direttore di gara per proteste, mettono in evidenza un certo nervosismo, ma anche la volontà di cercare i tre punti oltre i titoli di coda. Dettagli non marginali, sui quali si deve lavorare per alimentare le ambizioni. Il match di Belluno pur con qualche patema, ribadisce che il Trento c'è, non sarà ancora perfetto, ma c'è. E deve tenersi stretto anche questo pari, frutto di una partenza convinta e di una ripresa tentennante. La squadra di Parlato trova subito il vantaggio dopo un palo di Salviato con Pietribiasi, liberato davanti alla porta da Caporali su preziosa imbucata di Gatto, ma poi non riesce a sfruttare al meglio l'inerzia. Vorrebbe gestire per sponde orizzontali e colpire tra le linee, ma il Belluno rialza la testa e cavalca le fasce per riaggiustare la gara.

L'1-1 arriva già a metà tempo, e il merito va diviso tra Corbanese e Mosca che apre in due la difesa afflosciandosi al limite sul contatto con Pilastro. La punizione del centravanti è sintesi di potenza e di precisione perché la palla si infila rabbiosa nell'angolo alto alla sinistra di Cazzaro. I padroni di casa approcciano meglio il secondo tempo e dopo il sacrificio in uscita di Cazzaro che rimedia un brutto colpo, è Ronco a salvare d'istinto su Posocco. Il Trento ha il merito di restare vivo resta vivo sino alla fine e guadagnarsi un punto che lo tiene primo e imbattuto. Non succedeva da decenni e questa è già di per sé una gran bella notizia.

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