Rilanciare l'attività lavorativa in città, sostenere le famiglie e i ragazzi, creare un fondo straordinario per la cultura e valorizzare gli interventi per favorire la mobilità sostenibile.
Procede per strappi, tra minacce di dimissioni, mediazioni e frenate, il lavoro della maggioranza sul decreto di maggio. Si litiga su tutto, dalla regolarizzazione dei migranti al campionato di calcio, dal reddito di emergenza alle misure per le imprese.
Anche nella giornata di ieri e fino alle 21.49 in Consiglio non si è fatto altro che votare emendamento per emendamento sull’articolo 20, quello che ripristina il sovrintendente scolastico. Va ricordato che il ddl sull’assestamento di bilancio è composto da 45 articoli.
Una frattura netta e insanabile con il sindaco di Trento, che da ieri pomeriggio si ritrova con una maggioranza risicata (21 voti, compreso il suo, su 40). I quindici mesi che mancano alla fine del suo mandato rischiano adesso di diventare un percorso ad ostacoli.
Tra frizioni e espulsioni, la maggioranza gialloverde entra nel 2019 con due senatori di meno. E a Palazzo Madama torna lo spettro del «pallottoliere», della febbrile conta, giorno dopo giorno, delle presenze in Aula. Un po' come avvenne ai tempi del secondo governo di Romano Prodi.