Davide Vannoni è stato fermato dai carabinieri nell’ambito di una nuova inchiesta sul metodo Stamina.
E’ indagato a Torino per associazione per delinquere.
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito oggi che la decisione delle autorità italiane di rifiutare l'accesso al metodo Stamina a una donna, affetta sin dall'adolescenza da una malattia degenerativa del cervello, non ha leso i suoi diritti
La procura di Torino ha chiuso le indagini su Stamina. Gli indagati sono venti, tra cui Davide Vannoni, il "padre" del metodo. Le notifiche del rituale avviso di chiusura indagini, che di norma prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, sono in corso agli avvocati difensori. Diversi i reati ipotizzati a vario titolo dal pm Raffaele Guariniello
«Io sono sereno. Posso dimostrare la correttezza del mio comportamento: ho le prove e i documenti necessari». Così Davide Vannoni si prepara ad affrontare il processo per tentata truffa alla Regione Piemonte che si è aperto ieri in tribunale a Torino e ruota attorno alla sovvenzione di 500 mila euro chiesta all'ente pubblico, ma rifiutata nel 2008, per far decollare la terapia a base di staminali. «Quei soldi - ricorda - non li vidi e mi sarebbero stati di grande aiuto. Ho dovuto indebitarmi con le banche»
ROMA - Già nel 2011 la Svizzera bocciava il metodo Stamina di Davide Vannoni.
Il Cardiocentro Ticino, dopo essere stato contattato dal gruppo Stamina, escluse infatti «ogni collaborazione» adducendo come motivazione l’«opacità del protocollo di ricerca», l’«inconsistenza scientifica», l’assenza di pubblicazioni e la «dubbia reputazione dei ricercatori coinvolti».