Neonato soffocato e nascosto a Lana: accusa più lieve per la madre, la giovane romena resta in libertà

Si alleggerisce la posizione processuale della giovane romena che, lo scorso settembre, uccise il proprio figlio neonato soffocandolo in un frutteto di Lana.

La 25enne (H.S.M. le sue iniziali) era arrivata in Alto Adige a fine agosto per lavorare come raccoglitrice di mele. Il 16 settembre, nascosto fra i cespugli di una stradina, era stato ritrovato il corpicino di un neonato senza vita. I carabinieri avviarono immediate indagini ed arrestarono, il giorno seguente, la giovane lavoratrice rumena, accusandola di omicidio volontario aggravato ed occultamento di cadavere.

Ora la Procura ha chiuso l’indagine, derubricando il capo d’imputazione in infanticidio, che comporta pene più miti, da 4 a 12 anni. Si tratta quindi di un’accusa molto meno grave rispetto all’omicidio e si verifica solo quando è commesso da una madre immediatamente dopo il parto e se l’autrice si trova in condizioni di abbandono materiale e morale. La donna è attualmente libera e, in attesa del processo, vive a Ferrara presso alcuni parenti.

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