Impianti, no alla cabinovia Soraga-Moena-Costalunga

Il sogno di un collegamento in cabinovia da Soraga e Moena con il passo Costalunga, sostenuto da impiantisti, albergatori e operatori trentini e altoatesini, si è infranto contro il «no» della Provincia.

Venerdì 25 novembre è convocata l’assemblea della Sma (Società di mobilità alternativa Soraga - Moena - Costalunga Spa) per prendere una decisione sul futuro della società. All’orizzonte c’è la messa in liquidazione per l’impossibilità di realizzare l’investimento.

«Dopo la delibera negativa della giunta provinciale del novembre 2015 non vediamo molte probabilità di riusciare a costruire l’impianto - ammette l’amministratrice delegata, dottoressa Chiara Bari  abbiamo provato a superare questa delibera facendo ricorso, ma i giudici hanno fatto valere la discrezionalità della Pubblica Amministrazione. A questo punto, poiché l’impianto non ha la previsione urbanistica, dobbiamo comunque passare dalla giunta provinciale. Non ci sono altre strade, tutte le carte che avevamo ce le siamo giocate. Così ora andare avanti non ha senso, ed è corretto, soprattutto nei confronti dei soci che hanno investito nel progetto, porre in liquidazione la società e restituire i soldi».

«Noi abbiamo presentato un progetto di finanza, ma se non c’è l’interesse pubblico il progetto muore - continua l’Ad Chiara Bari -. C’è un po’ di malcontento tra i soci per questa scelta di liquidare la società ma, venuto meno l’investimento, è una scelta dovuta». Va detto che il capitale versato verrà interamente restituito. I ricorsi sono stati pagati con gli interessi sul capitale, mentre la spesa di 560 mila euro per gli elaborati progettuali non è stata a carico della Sma, ma è stata sostenuta dalle società partner per il progetto di finanza: J&B Consulting Srl, Sws Engineering Spa, Misconel Srl, Collini Lavori Spa, Leitner Ropeways Spa e Technoalpin Spa.

La composizione societaria della Sma, invece, vede il 27,75% delle quote in mano alla Seggiovia Carezza Catinaccio spa, il 15,17% è della Eisath srl e della Eisath GMBH, società che fanno capo a Georg Eisath, patron della Latemar- Carezza, il 12,58% è della Technoalpin Holding Spa, il 2,1% della Scuola italiana Sci Moena Dolomiti e il 2,1% di Lorenzo Galbusera; il restante 40,05% è suddiviso tra 190 piccoli azionisti, per lo più albergatori, operatori e famiglie del territorio.

«Dispiace molto, tutti i soci credevano in questo progetto che ha vinto il primo premio come miglior progetto di mobilità sostenibile al concorso internazionale Arge Alp - continua Bari -; abbiamo anche interessato la Fondazione Dolomiti Unesco per una soluzione che avrebbe portato alla chiusura del Costalunga, il passo più trafficato delle Dolomiti. Tutto con un progetto di finanza rimodulato su una cifra di 26 milioni di euro, con richiesta alla Provincia di Trento di contributo ordinario (20%)».

L’assemblea del 25 sarà aperta al confronto fra i soci. «Ma se la politica trentina non è in grado di sostenere iniziative che coinvolgono 190 tra operatori e famiglie del territorio - è la conclusione - noi siamo costretti a lasciar perdere e a non investire». 

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