Punto nascita, confronto a Roma qualche speranza per Cavalese
C'è ancora speranza, per le sorti del punto nascita di Cavalese: la delegazione trentina che ieri nel tardo pomeriggio a Roma è stata accolta da alcuni funzionari del Ministero della Salute, è riuscita a strappare l'impegno per una futura revisione dei criteri da cui dipende il mantenimento in vita di strutture come quella fiemmese.
Nessun elemento che permetta di essere dunque sfacciatamente ottimisti, ma neppure il contrario: già il fatto che l'atteggiamento degli interlocutori romani non sia stato di chiusura netta, bensì di apertura al dialogo, è un risultato soddisfacente, ha spiegato l'assessore alla Salute della Provincia Luca Zeni.
Assieme a lui, a comporre la delegazione c'erano Giovanni Zanon (presidente della Comunità di Valle), Giuseppina Vanzo per il Comune di Cavalese, l'onorevole Albrecht Plangger (vice presidente dell'Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna) e gli onorevoli trentini Franco Panizza e Lorenzo Dellai.
Pur in assenza del sottosegretario Dario Faraone, i funzionari hanno dato alla delegazione trentina elementi per sperare: «Hanno convenuto con noi sul fatto che i criteri fissati per mantenere l'operatività dei punti nascita in deroga sono oggettivamente non facili da rispettare», ha spiegato Zeni riferendosi soprattutto ai requisiti richiesti dal punto di vista del personale: «Anche nel pomeriggio, nel corso dell'incontro tra i rappresentanti delle regioni e la ministra Lorenzin, è stato sottolineato come questi paletti finiscano per rendere ancora più difficile la vita a realtà che operano in deroga proprio in virtù della loro collocazione in contesti montani o comunque disagiati.
Per questo è emersa da parte dei funzionari del Ministero la volontà di aprire alla possibilità di rivedere questi criteri, coinvolgendo il Comitato percorso nascite nazionale (la realtà ministeriale creata per supportare le regioni e province autonome nell'attuare le migliori strategie di riorganizzazione dei punti nascita, ndr)».
Un percorso non facile e non certo breve, «anche perché - ha spiegato ancora Zeni - la palla passerà poi dai tecnici alla politica, con tutti i tempi necessari per approvare nuovi criteri. Crediamo comunque che già questo possa essere un passo in avanti importante».
Soddisfatto anche il presidente della Comunità di Valle, Giovanni Zanon: «Abbiamo trovato una disponibilità ben diversa dall'atteggiamento di chiusura che fino ad ora aveva caratterizzato i rapporti con il Ministero sul nostro punto nascita, non possiamo che essere soddisfatti».
Ora intanto, la Provincia attende il 12 aprile, giornata nella quale si capirà su quanti dei 9 pediatri presentatisi al concorso si potrà contare per Cavalese. Grazie alla mobilità volontaria tra Aziende sanitarie - in questo caso dal Piemonte e dalle Marche - sono già due i pediatri pronti a lavorare in valle di Fiemme e le speranze di poter riottenere - anche con i criteri attualmente in vigore - la deroga al momento ritirata dal Comitato percorso nascite sono concrete.