Oggi l'addio a Massimo Piazzi: è stato colto da malore mentre sciava a Passo Lavazè

di Andrea Orsolin

Il tempo scorre a volte troppo veloce e le cose belle della vita ci sfuggono presto di mano. Lo aveva capito bene Massimo Piazzi, che quei momenti aveva deciso di fermarli con i click della sua macchina fotografica. Il tempo, per lui, doveva essere molto prezioso. Non lo sprecava mai, impiegando la sua vita in mille passioni - la fotografia, su tutte, ma anche la montagna, lo sport e molto altro -, dedito alla famiglia, al lavoro e a tutte le opportunità che l’esistenza gli poneva davanti. Un vulcano di idee e di impegni, quasi sapesse che il suo tempo era scandito da una clessidra che si stava velocemente svuotando.

Il cuore di Massimo ha smesso di battere nella tarda mattinata di sabato.
Si trovava a Passo Lavazè con l’amata moglie Nicoletta Nones, coordinatrice del Gs Castello e dello Skiri Trophy: stavano praticando lo sci di fondo, quando è stato colto da un improvviso malore. Non era certo la prima volta che Massimo metteva gli sci ai piedi, lui, così sportivo, amante della montagna, dello sci alpinismo ma anche del calcio.

Giusto qualche giorno fa aveva superato la visita medico sportiva, in previsione di disputare un’altra Marcialonga, dopo quella dello scorso anno. L’allarme e il seguente arrivo dei soccorritori per tentare di rianimarlo sul posto non è servito a nulla.

Massimo Piazzi lascia Nicoletta, le figlie Arianna, Elisa e Giorgia, la mamma Graziella e i fratelli a soli 54 anni, diciassette dei quali trascorsi come vicedirettore della Cassa Rurale Val di Fiemme, ruolo assunto nel 2003, dopo la fusione tra Alta e Bassa Cassa.

La notizia della sua scomparsa si è diffusa nel pomeriggio spiazzando colleghi, amici e tutti coloro che conoscevano Massimo, noto non solo in valle, ma anche nel resto della provincia per il suo ruolo di cooperatore, di sportivo, di presidente del Lions Club di valle. Difficile trovare le parole giuste per una tragedia che è spiegabile forse solo per i problemi cardiaci che Piazzi aveva accusato qualche anno fa, ma che teneva sotto controllo. Quello che resta è il bel ricordo di una persona speciale e ben voluta da tutti.

«Il suo stile di vita e la sua volontà di portare avanti la professione dal lato umano erano lodevoli - racconta Christian Larentis, collega, compaesano e amico di Massimo - Una persona da cui tutti abbiamo imparato molto, io per primo. Credeva fortemente nei principi della cooperazione, credeva nei giovani, era aperto al futuro e guardava ai punti di vista di tutti, nessuno escluso».

A ricordarlo è anche l’amico e collega Alessandro Seber, che con lui aveva condiviso anche otto anni nell’amministrazione comunale di Castello Molina di Fiemme: «Era una persona molto buona e disponibile, con un carattere molto bello. Non faceva mai pesare il suo ruolo e quando c’erano problemi cercava sempre di mediare tra le persone».

«Massimo era una persona ben voluta da tutti, aveva tantissime qualità e mille passioni - spiega Michele Malfer, vicepreside dell’istituto di istruzione Rosa Bianca -. Fotografo, sportivo, viaggiatore. Era un uomo legato alla formazione e curioso: si documentava molto, studiava, leggeva. Ha fatto parte di numerosi tavoli di lavoro ed era molto presente nel tessuto sociale cooperativo della valle e non solo. Una persona stimatissima, molto competente, sempre propositiva verso cose nuove. La sua è una grande perdita per la famiglia e per tutta la comunità, se n’è andata una persona che portava arricchimento.

Abbiamo condiviso tantissime esperienze assieme, ricordo nel 2014 quando lo invitai ad un viaggio con i ragazzi del centro di aggregazione giovanile nella Locride per realizzare un report fotografico. Si dimostrò un educatore aggiunto. È stata questa la prima foto che mi è capitata tra le mani dopo aver sentito la terribile notizia».
Il funerale si svolgerà oggi alle 14 nella chiesa parrocchiale di Castello.

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