Tra Storo e Ponte Caffaro una terza struttura? Bagolino ha già il progetto

È stato realizzato da uno studio di caratura internazionale

di Giuliano Beltrami

“Un altro ponte?”. Più che una domanda, quella che parte da Lodrone è una forma di esorcismo. Il ponte di Caffaro è lì a ricordare l’instabilità, e negli ultimi venti mesi di ponti ne sono crollati anche troppi. Crollati. Senza contare quelli chiusi prima, quelli traballanti, quelli in via di sistemazione.

Ed ecco l’ultimo: Albiano, fiume Magra, un altro confine fra regioni. Aiuto, quante similitudini! Ammetterà, signor vicesindaco di Bagolino, senza farci travolgere dalle emozioni, che di questi tempi... Ammetterà che qualche domanda sul futuro... “La settimana prossima”, risponde subito Eliseo Stagnoli, di Ponte Caffaro, frazione di Bagolino, professione idraulico, eletto vicesindaco poco meno di un anno fa e oggi alle prese con la scottante eredità del ponte, “dovremmo fare una videoconferenza per fare il punto della situazione”.

Gli artigiani delle Giudicarie, per bocca di Sonia Beltrami, imprenditrice edile, si dicono molto preoccupati. “Il transito di mezzi con peso non superiore alle 40 tonnellate – dichiara – oggi, con le aziende ferme, ci sta. Ma domani, quando l’economia ripartirà, cosa accadrà? Sa quanti soldi ci rimetteranno le imprese delle Giudicarie che dovranno fare il giro da Trento?”.

Stagnoli vuole essere rassicurante, anche se si capisce che i punti deboli sono ancora molti. “Il disegno – ammonisce – esiste; ora dobbiamo procedere tutti con lo stesso passo”. Vogliamo tradurre? “Il Comune di Bagolino si è impegnato a produrre un nuovo progetto: abbiamo messo sul tavolo tre bozze. E’ giunto il momento di chiudere con un’idea definitiva”. Giusto. Riassumendo rapidamente. C’è un ponte del 1906 che non può sopportare più di 40 tonnellate; cifra controversa: infatti la Provincia di Trento fa crollare addirittura a 18 tonnellate, mentre lo studio del 2017 di un’azienda specializzata lombarda faceva risalire a 45 tonnellate. Chi ha ragione? Ciò che conta è la strada per uscirne.

Il progetto in mano a Bagolino è stato prodotto da uno studio di caratura internazionale, specializzato nella progettazione di ponti, assicura Stagnoli. Prevede, per un costo di due milioni di euro, l’abbattimento del ponte vecchio, con sostituzione; la sguinciatura delle curve del ponte realizzato nel 2017 e mai inaugurato, per allargare le uscite verso la Statale del Caffaro e la direzione Baitoni per chi sale da sud a nord. Il ponte vecchio verrà sostituito con un altro manufatto in ferro, e le sguinciature serviranno per creare di fatto una sorta di rotatoria. Dei due milioni previsti, 750.000 si troveranno grattando il fondo delle casse di Bagolino, altrettanti usciranno dai forzieri della Provincia di Brescia. Per l’ultimo mezzo milione si fa affidamento sulla Provincia di Trento.

Però sul punto Eliseo Stagnoli, pur con una prudente linea diplomatica, avanza qualche perplessità, che si concretizza con una frase sibillina: “Se tiriamo tutti dalla stessa parte porteremo a casa il risultato; viceversa...”. Proviamo un’altra volta a tradurre? “Sa, servono autorizzazioni, pareri, risposte di entrambe le Province. Se camminiamo tutti con lo stesso passo arriviamo velocemente alla meta. Se uno dei partner rallenta, allora la cosa si fa complicata”.

Par di capire che Trento abbia rallentato. “Guardi – spazza via Stagnoli – con il sindaco di Storo Luca Turinelli i rapporti sono molto buoni: lui tiene alla situazione della strada. Con il vicepresidente della Provincia di Trento Mario Tonina i rapporti sono altrettanto buoni. Non capiamo la posizione degli uffici trentini. Nell’ultima riunione in videoconferenza alle nostre proposte hanno risposto sistematicamente: dobbiamo approfondire. D’accordo, ma non deve essere un alibi per fermarci. Sappiamo benissimo che vivremo tempi difficili. Quando si toglierà il ponte vecchio per sostituirlo, per quanto l’impresa sia efficiente, ci vorranno dei mesi. Nel frattempo si andrà a senso unico alternato sul ponte nuovo”.

Come dire? Non serve essere nipoti di Nostradamus per prevedere code chilometriche. “Questo potrebbe essere il periodo giusto, considerato il traffico in caduta libera”, prova a sdrammatizzare il vicesindaco, “ma bisogna correre”. Ultima traduzione simultanea: “Provincia di Trento, se ci sei batti un colpo!”.

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