Giustino: uomini e animali a contatto diretto nel Parco con fattoria e fauna selvatica

di Mariano Marinolli

Era il 1986 quando il Comune di Giustino acquistò Casa Diomira, ormai ridotta a un rudere, pensando a ristrutturarla e destinarla ad una valorizzazione del paese.

Nel tempo scaturirono dalle varie amministrazioni comunali diverse idee, fin quando prese piede quella di utilizzarla come attrazione sociale, turistica e culturale.
Prese forma il progetto di insediare al pian terreno un ristorante; al primo piano la sede della Pro Loco e gli ambulatori medici; al secondo piano la stazione della Forestale, oggi già in attività, e ricavare nel sottotetto il Museo della Grande Guerra. Casa Diomira è anche il punto di ritrovo e di partenza dei visitatori che arriveranno a Giustino per avventurarsi nel nuovo Parco faunistico; oltre a ottanta posti macchina già disponibili davanti all’edificio, è già completato anche un parcheggio per gli autobus proprio all’ingresso del parco.

Nel 2012 i terreni delle cave Maffei, in fase di esaurimento dopo l’estrazione di quarzo e felspato, furono ceduti al Comune di Giustino e l’amministrazione del sindaco dell’allora Luigi Tisi intese valorizzare quella vasta superficie, poiché lo squarcio nei boschi provocato dalle cave provocava un forte impatto ambientale. L’idea di riconvertire le cave in un parco faunistico fu sottoposta a vari consulenti che stesero un business planning, da cui risulta che il parco costituirà un valore aggiunto al turismo rendenese oltre ad essere un polo di attrazione didattico che coinvolgerà le scuole di varie regioni limitrofe alla nostra.

Una carta vincente, quindi, per creare anche un indotto economico sul paese attraverso i visitatori del parco. Con una lettera di intenti del 2013 tra Comune di Giustino e Parco Adamello Brenta è stata condivisa una collaborazione per la consulenza scientifica, la realizzazione e la gestione di un osservatorio faunistico.

In Trentino esiste già il Parco faunistico di Spormaggiore, con orsi, lupi, e altri animali carnivori dell’arco alpino. Pertanto, non avrebbe alcun senso copiare Spormaggiore. Ed ecco, allora, l’idea di realizzare un parco di ungulati, erbivori autoctoni, che Spormaggiore non ha: cervi, stambecchi, mufloni, caprioli e camosci. Inoltre, a differenza di Spormaggiore dove le varie specie selvatiche sono separate in vari recinti, a Giustino gli animali saranno lasciati in libertà in un unico recinto e potranno venire a diretto contatto con i visitatori.

«Saranno formati dei gruppi da due dozzine di persone al massimo - spiega l’assessore ai lavori pubblici di Giustino, Silvano Maestranzi, che ogni giorno segue i lavori dal parco - e, accompagnati da una guida del parco, potranno vedere da vicino, se saranno fortunati anche accarezzarli, cervi, caprioli o camosci».
Infine il parco resterà aperto tutto l’anno: si partirà a fine settembre, quando i lavori saranno completati, con l’inaugurazione dell’area didattica. A primavera, invece, avverrà l’apertura completa al pubblico. I tempi sono slittati, purtroppo per il Lockdown: «Volevamo aprire il parco già a maggio - puntualizza l’assessore Maestranzi - ma il blocco del Coronavirus ha fatto slittare i tempi».

Il parco è diviso in due aree: quella didattica, con la fattoria che annovera tutti gli animali da cortile, e quella selvatica.
Inoltre, nell’area selvatica, l’ente Parco Adamello Brenta ristrutturerà una vecchia baita trasformandola nella «Casa dei pipistrelli», un allevamento di questi mammiferi notturni per studiarne le abitudini e i comportamenti attraverso delle telecamere installate all’interno.

La progettazione esecutiva dell’intero parco faunistico è stata curata dall’ente Parco Adamello Brenta e il costo complessivo di aggira sui 700.000 euro con finanziamento di 475.000 euro del fondo di sviluppo territoriale e con un contributo del Bim del Sarca.

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