Storo: dopo quattro giorni Settimo Scaglia si dimette prima ancora di iniziare

Il tempo del battito d’ali di una farfalla. Tanto è durata la presenza di Settimo Scaglia in Consiglio comunale a Storo. Già giovedì ha rassegnato le dimissioni, lasciando i suoi sodali a gestirsi l’opposizione da soli.

Fra loro l’unico con una certa esperienza amministrativa è Francesco Giacomolli, il più votato del gruppo, assessore nell’ultima Giunta Turinelli.

E’ scritta la parola fine della parabola politica di Settimo Scaglia? E’ ancora giovane, e la politica insegna che non c’è limite all’età ed ai ritorni. Certo, la batosta presa peserà sulle sue scelte.

Gli elettori di Storo, dandogli quello striminzito 15%, hanno detto che almeno oggi non desiderano essere governati da lui. Scaglia, peraltro, era stato chiaro quando si era presentato: “Lo faccio perché non ritengo giusto che un comune come Storo abbia un solo candidato”. Insomma, lo faccio per il pluralismo. Poi si è lasciato andare alle cadute di stile. Dopo aver scritto di voler fare una campagna “sobria e semplice” ha gettato alcune bombe ad alto potenziale contro l’avversario degne solo di questi tempi in cui il fair play politico non esiste più.
La carriera di Settimo nell’Amministrazione storese è stata fulminea. Era il 2000 e si usciva dai cinque anni della maggioranza di Pippo Scaglia, che aveva interrotto per la prima volta il dominio democristiano. C’era non poco movimento, anche perché Pippo si era proposto di cambiare radicalmente il rapporto fra Comune e popolazione. Operazione ardita, e non riuscita, ma non è il caso di addentrarsi in un articolo di giornale nell’analisi di quei tempi.

Fatto sta che alle elezioni comunali del 2000 ci fu l’aggancio fra quel giovane di Forza Italia alle prime armi, il vecchio filone malferiano rappresentato principalmente da Vigilio Giovanelli e un gruppo di giovani. Scaglia fu eletto sindaco anche nel 2005, con la coalizione destra-centro: Scaglia sindaco, Giovanelli vice, comandante in seconda, ma di fatto co-conduttore della barca.

La rottura è avvenuta nel 2010, quando Giovanelli (dopo trent’anni da numero due) ha deciso di voler fare il numero uno effettivo. Scaglia è andato da solo, raccogliendo attorno al 20% delle preferenze. A quel punto si è ritirato in buon ordine, dedicandosi alla famiglia, all’impresa di famiglia e, ultimamente, grazie all’impegno della moglie Valentina Grassi, alla cultura. Hanno messo in piedi, infatti, il polo culturale di forte Ampola, dove i coniugi Scaglia hanno la casa.

Evidentemente l’isolamento di dieci anni dalla comunità non gli ha portato bene: Settimo è stata la meteora delle ultime elezioni. Così come si è presentato, oggi se ne va.

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