Don Bernardo Antonini proclamato Beato da papa Francesco

Nato a Cimego nel 1932, teologo a Verona negli anni Settanta, aprì il Seminario di Mosca e nel 1995 fondò il Seminario cattolico di San Pietroburgo

di Giuliano Beltrami

Nato a Cimego nel 1932, teologo a Verona negli anni Settanta, aprì il Seminario di Mosca e nel 1995 fondò il Seminario cattolico di San Pietroburgo. Morì a Karaganda, in Kazakhstan, nel marzo del 2002. In poche pennellate, questa è la biografia di don Bernardo Antonini , di Cimego, il paese del ferro e dell'eresia, nel cuore della valle del Chiese, entrato fra i Beati della Chiesa in questo anno di miserie e di tristezze.

Papa Francesco ha riconosciuto martedì 22 dicembre le virtù eroiche del religioso. Il riconoscimento delle virtù eroiche è un passo importante verso le beatificazione, per la quale manca solo il riconoscimento di un miracolo avvenuto per sua intercessione. La biografia completa (intitolata «Io amo la Russia») fu scritta da un cugino intellettuale di don Bernardo, Marco Zulberti , su richiesta del Vaticano che, come racconta oggi lo stesso Zulberti, «mi fece chiamare da monsignor Cascasi, direttore delle Paoline. Il libro (pubblicato nel 2008) è alla base della causa di beatificazione».

Era un mercoledì l'11 febbraio del 2009, quando la comunità cristiana di Cimego inviò a Verona una delegazione guidata dal sindaco. Nella chiesa di San Luca Evangelista si apriva la causa di beatificazione e canonizzazione di don Bernardo Antonini. Alle 9 del mattino il vescovo della città scaligera celebrò la messa alla presenza dei vescovi e dei sacerdoti che in Italia, in Russia e in Kazakhstan avevano conosciuto la generosità di don Bernardo. Nella lettera di invito ai fedeli si poteva leggere: «Si è consumato per amore di Cristo e dei fratelli».

Ma chi era don Antonini? Cimeghese di nascita, veronese di adozione: i genitori Domenico ed Alice abbandonarono la valle quando Bernardo era piccolo. Si era negli anni della crisi dura, dopo il ‘29. Nel Veronese il ragazzo andò in seminario; presa la maturità, si trasferì a Milano per frequentare l'università cattolica. Poi insegnò e fu assistente ecclesiale della Fuci, la Federazione degli universitari cattolici. Aveva una grande passione per la comunicazione. Comprese subito le potenzialità delle nuove realtà degli anni Settanta (radio e televisioni private) per la diffusione del messaggio cristiano. Non a caso, dopo aver collaborato con riviste e giornali del Veneto, lo troviamo fra i fondatori di Radio Pace e di Telepace. Quando negli anni Ottanta arrivò a Mosca, che fece? Fondò una emittente: la versione russa di Radio Maria. In Russia arrivò nel 1989, quando Gorbaciov aveva lanciato la Perestroika.

Lo affascinava la missione là dove il comunismo aveva fatto terra bruciata, perciò nel 1991 chiese di andare a Mosca, dove fondò il Seminario, di cui divenne rettore. L'inquieto don Bernardo fu malmenato dalla polizia mentre insieme ai suoi studenti cercava di riappropriarsi di una chiesa che era stata trasformata in fabbrica. Poi fondò un altro Seminario, a San Pietroburgo. La notte di Pasqua del 1992 venne definita da don Bernardo "La notte più bella della mia vita": infatti portò al Battesimo 52 russi convertiti.

Il Giubileo del 2000 lo vide particolarmente attivo, perché passò l'anno visitando le parrocchie dell'immenso territorio russo. E' in quel periodo che lo stuzzicò l'idea, o per meglio dire il sogno, di andare in Cina, altro terreno vergine per i missionari. Però il sogno non si realizzò. Prima arrivò in Kazakhstan, che definì «steppa della fame». Appena giunto, in linea con le sue passioni, don Bernardo installò l'antenna parabolica per la televisione sul tetto del Seminario. E proprio nella camera del Seminario di Karaganda che lo ospitava, il mercoledì della Settimana Santa del 2002 spirò.

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