Stefano Rizzoli si è spento a 28 anni: ha perso la sua battaglia dieci anni dopo l'incidente
A distanza di dieci anni dal tragico incidente stradale sul cavalcaferrovia di S.Michele, che a Natale del 2010 già era costato la vita a Michele Mosca, ieri è venuto a mancare Stefano Rizzoli.
Stefano ci ha lasciati a 28 anni e per Lavis ieri è stata una pessima giornata di sole. A portarselo via è stata una di quelle complicazioni a cui sono più esposti i lottatori come Stefano. Ragazzi nel fiore degli anni costretti dal destino a misurarsi con ripetuti interventi chirurgici e dolorose riabilitazioni per rimanere attaccati alla vita. Battaglie vere, non chiacchiere, a dimostrare con i fatti quanto sia grandioso il dono della vita. Stefano ne era innamorato.
Quel maledetto incidente lo aveva menomato nel fisico e limitato nella capacità di esprimersi, ma dall’alto della sua carrozzina (sì, perché Stefano era un ragazzone e il suo portamento fiero non risentiva della posizione seduta, anzi), con il papà Roberto o la mamma Annamaria ad accompagnarlo per le vie del paese, era un inno alla vita. Chi lo incrociava poteva percepirlo.
Chi gli stava più vicino nella vita di tutti i giorni lo poteva certificare.
In famiglia - una famiglia unita, forte nel non facile lavoro di assistenza quotidiana così come nello spirito e nella fede -, Stefano ha conservato sempre il suo posto, come non ci fosse un prima e un dopo incidente. A compensare gli oggettivi squilibri che un gravissimo infortunio porta in chi lo subisce e in quanti lo circondano, un ingrediente che in casa Rizzoli è diventato come l’aria che si respira: l’amore. Tanto, tanto amore e affetto, profuso dai genitori, dalla sorella Francesca (di cui il buon Stefano a maggio 2019 ha fatto orgoglisamente da testimone di nozze) e dal piccolo di casa, Nicola, che quando il suo eroe-fratellone Stefano (con cui ha continuato a condividere la cameretta di casa) ebbe l’incidente, aveva appena sei anni.
Non bastassero le carezze e le mille attenzioni di cui Stefano era oggetto anche da parte dei famigliari meno prossimi, attorno a lui si era creato un cordone di calore umano che non si è intiepidito col trascorrere degli anni. Gruppo Scout, la sezione lavisana della Sat, i fisioterapisti e gli amici di sempre non lo hanno mai lasciato da solo.
Mai. Per tutti l’appuntamento immancabile con Stefano (talvolta costretto a dare forfait perché impegnato in una delle «battaglie» di cui sopra) da nove anni a questa parte era il mercoledì sera alle otto. In 20-25 persone riunite nella taverna di casa Rizzoli per un momento di preghiera, ma non solo. Stefano a quegli incontri fisicamente non ci sarà più, ma famigliari e amici continueranno a ritrovarsi con Stefano. Perché se c’è amore non c’è un prima e un dopo. Neanche dopo la morte.