Covid, il focolaio a Cembra preoccupa: oggi si decidono le restrizioni per il paese

di Patrizia Todesco

Troppi contagi. Un aumento che sembra inarrestabile e così, dopo aver manifestato la sua preoccupazione in conferenza stampa, ieri il presidente Maurizio Fugatti e l’assessora Stefania Segnana, insieme al direttore dell’Azienda sanitaria Pierpaolo Benetollo e al direttore del dipartimento Giancarlo Ruscitti hanno avuto un incontro con la sindaca di Cembra-Lisignago, Alessandra Ferrazza. Attesa per oggi un’ordinanza di “chiusura” del paese a partire dalla giornata di sabato.

Cosa si intenda per “chiusura”, ossia se si andrà verso una vera e propria zona rossa o se invece, come auspicato dalla sindaca, si propenderà per una soluzione più “soft” lo si saprà solo nella giornata di oggi.

Spetterà ai tecnici, dopo l’incontro avvenuto ieri, stabilire quali misure adottare per contenere la diffusione del focolaio, se sarà sufficiente la chiusura anticipata dei bar o dei locali pubblici del paese e vietare gli incontri (le associazioni hanno già fermato le attività, ndr) o se invece sarà necessario adottare misure più drastiche come la chiusura delle scuole e la limitazione della libertà di spostamento dei residenti.

«Il presidente Fugatti ha escluso l’ipotesi di un lockdown - tranquillizza la sindaca - e anche sull’ipotesi di chiusura della scuole abbiamo spiegato che in questo modo non si conterrebbe la diffusione del virus in quanto i ragazzi, a casa, finirebbero per frequentare maggiormente i nonni. Abbiamo anche fatto presente che la maggior parte dei contagi di questi giorni sono avvenuti in ambito familiare, da persone che erano già in quarantena. Per domani (oggi per chi legge, ndr) ho comunque già attivato il Coc, centro operativo comunale della protezione civile, per applicare l’ordinanza che firmerà il presidente Fugatti».

Dopo l’incontro di ieri i vertici provinciali e il sindaco si sono infatti dati appuntamento per oggi quando verranno comunicati i contenuti del provvedimento.
I contagi di Cembra-Lisignago e anche di qualche paese limitrofo sono la dimostrazione pratica di come il virus si diffonde. Tutto era partito a metà settembre da una festa di laurea. Lì si erano ammalati una decina di ragazzi che  avevano portato il virus in famiglia e nella squadra di calcio. Il virus nelle settimane successive ha colpito i familiari dei ragazzi arrivando anche al coro parrocchiale. Con i dati di ieri gli attuali positivi sono arrivati a quota 64 (+7 rispetto al giorno precedente) con una percentuale di popolazione contagiata che ha raggiunto il 3,4%. «Dopo i primi contagi per dieci giorni abbiamo avuto un blackout informativo e questo ha pesato molto».

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