A Zambana l'ultimo abbraccio a Federica Marcolla, la giovane dottoressa caduta dalla via ferrata

Grande commozione ed enorme dolore, questo pomeriggio, nella chiesa di Zambana, dove parenti e amici hanno dato l'ultimo abbraccio a Federica Marcolla, la giovane dottoressa di 32 anni morta sabato precipitando dalla ferrata Che Guevara di Pietramurata.

Un tragico incidente che ha spezzato la vita della mamma di un bimbo di 5 anni e di una bimba di 2 anni. Una donna medico di famiglia, originaria di Zambana, molto apprezzata dai suoi pazienti nella zona di Cognola, a Trento, dove esercitava la professione.

Federica ha perso la vita sotto gli occhi del compagno, lungo un delle vie ferrate più note e frequentate in Trentino, ma allo stesso tempo insidiosa sia per la friabilità della roccia sia per le condizioni spesso mutevoli del suo tracciato.

«Era un tornado, mia sorella». Instancabile, determinata, sempre propositiva, si trattasse di studio, lavoro o di organizzare un nuovo viaggio. Così Federica Marcolla è ricordata dalla sorella Elena.

Era un’energia, la sua, che la dottoressa ha sempre saputo trasmettere alle persone che aveva attorno a sé, a partire da amiche e amici.

Un’energia e un calore che, sotto forma di tanto tantissimo affetto, hanno avvolto i familiari di Federica: «Poter vedere quanta umanità era riuscita a seminare e toccare con mano come fossero davvero tante le persone che le volevano bene è davvero un grande aiuto per noi, in questo momento», ha sottolineato mamma Luisa.

La notizia dell’improvvisa, tragica scomparsa di Federica Marcolla ha profondamente segnato anche tutti coloro che ne avevano seguito e condiviso il percorso di specializzazione negli anni della Scuola di formazione in medicina generale di Trento.

«Si era diplomata presso la nostra Scuola con il massimo dei voti - ricorda il direttore Mauro Larcher - e tutti qui ancora abbiamo ben presente il suo carattere, le sue doti. Era sorridente, vivace e impegnata. Brillante negli studi, propositiva e sempre disponibile ad ampliare le proprie conoscenze e la contaminazione dei saperi propria dell’alta formazione, era convinta che la professione medica fosse il modo migliore per occuparsi delle persone e dei loro bisogni.

Amava la sua famiglia, il suo lavoro e la vita, fiduciosa in un futuro di gratificazioni private e di soddisfazioni professionali. È mancata all’alba della professione, ai suoi assistiti mancherà una professionista preparata e disponibile, capace di unire le nozioni scientifiche all’approccio umanistico della professione secondo il principio che il tempo di relazione è tempo di cura. Sappiamo che le parole non possono alleviare il dolore e lo sgomento per la morte tragica di un proprio caro, ma tutti noi - la direzione, il personale, i docenti, i tutor e gli specializzandi - vogliamo esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza ai familiari di Federica. Mancherà a tutti noi».

Federica Marcolla intervistata dal Tgr, la settimana scorsa, sull'emergenza covid.

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