Medico contagiato dopo le visite a casa in Valle di Sole

di Lorena Stablum

Il tampone è positivo al Covid-19. La notizia al dottor Alberto Pasquesi è arrivata ieri mattina dopo che nel pomeriggio di venerdì scorso, in quanto operatore sanitario che è entrato in contatto con persone affette da Coronavirus, gli era stato prelevato un campione da analizzare.
Pasquesi è uno dei tanti medici di famiglia che in queste settimane sono impegnati a fronteggiare l’emergenza sanitaria che sta flagellando l’Italia e il Trentino. E lo è ancor di più considerato che la maggior parte dei suoi pazienti provengono dall’alta Val di Sole, dove si registrano un numero elevato di casi, e, in particolare, dalla Val di Peio. Nonostante la positività, il medico sta perfettamente bene e non presenta i sintomi tipici della malattia. Dovrà però passare in quarantena almeno un paio di settimane, finché almeno due tamponi consecutivi non daranno esito negativo.

Dottor Pasquesi, come si sente?

Mi sento bene e attualmente sono totalmente asintomatico. Non ho febbre né tosse. L’unico sintomo è un lievissimo mal di gola, ma non avrei mai detto che sarei risultato positivo. Se non fossi stato un operatore sanitario, non avrei mai fatto l’esame. Avevo già fatto un tampone risultato negativo la settimana precedente. In alta Val di Sole c’è un’incidenza molto elevata di positivi e come operatori sanitari siamo molto spesso a contatto con pazienti affetti da questo tipo di problema.
Abbiamo dispositivi di protezione come le mascherine, gli occhiali e i camici monouso. Certo seguiamo le indicazioni dell’Azienda sanitaria di trattare il più possibile questi pazienti per via telefonica ma a volte è difficile poterlo fare. Mi è capitato, ad esempio, il caso di un paziente che, alla mia domanda se avesse difficoltà respiratorie, ha risposto no.
Non convinto delle sue condizioni di salute, sono andato a visitarlo e gli ho fatto una saturimetria dalla quale è risultato un valore bassissimo.
Immediatamente è stato ospedalizzato ed è partito l’iter di accertamento.

Qual è la sua sensazione? Com’è la situazione sanitaria della valle?

L’impressione è che ci siano certamente molte persone che stanno sviluppando il Covid-19 a domicilio con sintomi non importanti. La strategia dell’Azienda sanitaria, che in questo momento condivido, è quella di non fare i tamponi a persone con sintomatologie modeste. Semplicemente, le invita a mettersi in auto quarantena e a comportarsi come se avessero la certezza di aver contratto il virus. Devo dire che la stragrande maggioranza di questi pazienti sta seguendo con scrupolo tali indicazioni.

Lei ha scelto di condividere su Facebook la notizia della sua positività. Per quale motivo?

L’ho fatto non per un senso di protagonismo o di vanità. Ma per lanciare un messaggio molto chiaro: state a casa. Invito tutti a farlo e in maniera maniacale, senza se e senza ma. Non sapendo realmente quante persone sono affette da Coronavirus, l’unico modo per fare la differenza e fare in modo che questo incubo finisca presto è stare a casa. Io stesso, se non fossi stato un operatore sanitario, non avrei fatto il tampone e avrei continuato a credermi sano e magari avrei potuto infettare qualcuno. Proprio per questo, già da 15 giorni ho scelto di vivere isolato dal resto della mia famiglia.
Finora il nostro sistema sanitario ha retto, ma se la Provincia dovesse diventare una gigantesca Vermiglio, la situazione diventerebbe drammatica.

E ora cosa farà in questo periodo di quarantena?

Sarò sicuramente attivo.
Continuerò come prima a rispondere alle telefonate dei pazienti e offrirò assistenza dal mio fortino, con la speranza di tornare a lavorare presto.

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