Moar non è più sindaco, il Tar non ferma la sospensione

Il sindaco di Palù del Fersina Loris Moar non è più sindaco: il Tar ha infatti confermato la sospensione dalla carica di primo cittadino, per le disposizioni della legge Severino che prevedono l’allontanamento degli amministratori locali che siano stati condannati anche solo in primo grado.

Il sindaco di Palù del Fersina Loris Moar non è più sindaco: il Tar di Trento ha infatti confermato nei giorni scorsi la sua sospensione dalla carica di primo cittadino, per le disposizioni della legge Severino che prevedono l’allontanamento degli amministratori locali che siano stati condannati anche solo in primo grado. La sospensione era stata decida dal Commissario del Governo per la Provincia di Trento, con atto del 24 novembre scorso.
L’ingegner Moar, dunque, in virtù della condanna con rito abbreviato a quattro mesi (il minimo della pena) per abuso d’ufficio, inflittagli nella sua qualità di dirigente del Comune di Pergine nel gennaio dello scorso anno, non farà più il sindaco. Anche perché le elezioni di maggio si avvicinano e, comunque, dopo tre mandati, non avrebbe più potuto ricandidarsi.

[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"180156","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]

Come si ricorderà la vicenda è legata al caso del Centro medico di San Cristoforo, la cui licenza, secondo la Procura della Repubblica, sarebbe stata illegittima perché in contrasto con le previsioni del Prg di Pergine, che per quella zona indicava la possibilità di insediare solo istituzioni sanitarie di base e non un centro medico odontoiatrico privato. Il giudice aveva anche stabilito la confisca della costruzione, in quanto profitto del reato.  
L’interessato difeso dagli avvocati Luca Pontalti e Andrea Lorenzi, ha sempre respinto tutte le accuse, ribadendo che, al contrario, nelle previsioni del Prg potesse rientrare anche quella tipologia di immobile. La sentenza di primo grado è stata impugnata in appello, e Moar è convinto di poter dimostrare di avere operato con correttezza. Tanto più che la vicenda, a fronte di una sentenza di condanna definitiva, potrebbe costare al funzionario il posto di lavoro: il regolamento del Comune di Pergine prevede, infatti, il licenziamento nel caso di reati che possano ledere la dignità e l’immagine della pubblica amministrazione. Nell’aprile dello scorso anno l’ingegner Moar, già a capo dell’ufficio edilizia pubblica del Comune, con decreto del sindaco Roberto Oss Emer è stato destinato ad un altro incarico dirigenziale con cambio di mansioni.
A Palù del Fersina, intanto, a reggere le sorti del Comune è la vicesindaca Ines Lenzi, maestra a Fierozzo. E della sospensione dall’incarico di Moar gli ormai ex colleghi di giunta non parlano volentieri. La comunicazione è stata data, a suo tempo, in consiglio comunale, e la maggior parte degli abitanti del piccolo Comune mocheno l’hanno appresa tramite la lettera ai censiti con la quale l’amministrazione ha sostituito il bollettino comunale. A Natale così è stata la minoranza a ringraziare pubblicamente la vicesindaco Lenzi per la disponibilità a portare avanti l’amministrazione fino a maggio. «A mio parere il decreto di sospensione dall’incarico doveva arrivare prima - commenta Andrea Petri Anderle, che per due volte ha sfidato Moar nella competizione a sindaco (vincendola nel 1995 e perdendola nel 2010) - dalla condanna sono passati 11 mesi, mentre sarebbe stata cosa buona e giusta sospenderlo immediatamente».
«L’attuale maggioranza era convinta in un reintegro, di qui qualche ambiguità che adesso andremo a superare (il sito del comune riporta ancora Moar come sindaco) - aggiunge Stefano Moltrer, consigliere di minoranza -. Per quanto ci riguarda noi andiamo avanti con il nostro lavoro e, dopo la chiusura che abbiamo sempre trovato con Moar sulle nostre proposte, speriamo di avere più collaborazione da parte della vicesindaco Lenzi, anche se la legislatura è agli sgoccioli. Dai primi consigli comunali mi pare proprio che ci possa essere una maggiore condivisione».
«Avrei potuto fare il sindaco ancora per pochi mesi, ma sono amareggiato comunque - commenta Loris Moar - anche perché mi chiedo se qui siamo in Italia, visto che in Campania sia nel caso De Magistris sia nel caso del sindaco di Salerno gli stessi ricorsi sono stati accolti. Prendo atto, anche se amareggiato, e sono fiducioso nell’appello che dovrebbe ormai essere imminente».

comments powered by Disqus