Sani e salvi i cinque speleologi intrappolati nella grotta a causa dell'acqua salvati dopo undici ore: guarda il VIDEO

Sono salvi cinque speleologi altoatesini bloccati da ieri sera nella grotta «Bus del Diaol» di Patone di Arco allagata a causa del maltempo. Per tutta la notte i soccorritori, coordinati dalla protezione civile trentina, hanno condotto una complessa operazione di salvataggio conclusasi questa mattina.

A bloccare i cinque escursionisti, sulla via del rientro, è stato è stato uno dei sifoni presenti nella grotta, che si è chiuso dietro di loro riempiendosi di sabbia e acqua. Situazione resa ancora più complicata dalla presenza di due cascate di acqua che continuavano ad alimentare il sifone. Dopo aver stabilito un collegamento telefonico tra il campo base e i soccorritori dentro la grotta, sono stati portati sul posto due pompe a immersione alimentate da un gruppo elettrogeno esterno per svuotare il sifone dall’acqua. Contemporaneamente i soccorritori, con dei teli e un sistema di tubi, hanno deviato l’acqua delle due cascate per evitare che il sifone continuasse a riempirsi. Verso le 6 di mattina il sifone è stato praticamente svuotato dall’acqua e i soccorritori hanno inziiato a scavare per togliere il deposito di sabbia che ancora ostruiva il passaggio, fino ad arrivare nel luogo dove erano rimasti bloccati i cinque escursionisti.
Alle operazioni di soccorso hanno partecipato i vigili del fuoco di Arco e di Dro, il Soccorso alpino della sezione di Arco, il gruppo speleologico dei vigili del fuoco permanenti di Trento e i Nu.Vol.A.

I cinque escursionisti, che apparivano in buone condizioni anche se infreddoliti, sono stati accompagnati in sicurezza fuori dalla grotta e fino al campo base dopo essere stati rifocillati, riscaldati e dopo una valutazione delle loro condizioni sanitarie da parte dei medici del Soccorso alpino e speleologico. Circa 70 i soccorritori impegnati nelle operazioni di recupero.

La Protezione civile trentina ricorda che è estremamente rischioso entrare nelle grotte quando piove e sottolinea l’importanza, come in questa occasione, di indicare con precisione dove si intende effettuare l’escursione.
«Mi congratulo con la Protezione civile trentina e con il personale che è intervenuto, per aver affrontato ancora una volta con professionalità una situazione complessa e potenzialmente pericolosa», ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

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Speleologi in trappola nella grotta

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