Da Londra al Garda in bici Contro Brexit e frontiere «Sì all'Europa unita»

Da Londra a Riva del Garda in bicicletta, sedici giorni per fare 1.471 chilometri.
Francesco Trida, 45 anni, assistente di volo della Japan Airlines, vive da vent'anni nella capitale inglese, «e non avevo mai fatto più di 50 chilometri in bicicletta. È stata una bella esperienza - racconta - entusiasmante, mi ha dato carica: ho voluto, a modo mio, protestare contro i confini, contro la Brexit, per il Gay pride che è stato sospeso, per una Europa unita. Ho portato con me bandierine colorate, pro Europa, blu con le stelle, la mia allegria e i miei colori. Credo molto in un mondo senza confini e senza passaporti».

Ha percorso i quasi 1.500 chilometri «giorno per giorno, cercando di pomeriggio il posto dove pernottare con la mia tenda, spesso in campeggi. Lungo il cammino ho trovato gente fantastica».

Nato a Verona ma cresciuto nel Mantovano, Trida ha trascorso molte estati della sua vita a Riva, «dove ho anche lavorato, in un albergo e una stagione alla Spaten di Matteo Benini».

A Riva vive la madre Marina Zanetti, che ha atteso lunedì l'arrivo del figlio per una festicciola di benvenuto assieme al padre Fausto - che per l'evento è arrivato da Mantova - a nonno Gastone - alpinista e ciclista in gioventù, cui Francesco ha dedicato la salita più dura - e alcune amiche e amici.

«È stata un'avventura bellissima, non sapevo se ce l'avrei fatto ma pensavo che, semmai, avrei potuto concludere in treno. Invece sono arrivato a Riva con una ventata di energia tale che potrei continuare fino alla fine d'Italia. Viaggiando solo e in bicicletta, ho incontrato davvero tanta gente, disponibilità e accoglienza straordinaria, e tanta gentilezza, sono stato ospitato, ho incontrato ciclisti che mi hanno spiegato trucchi e tecniche, ho ricevuto un sacco di incoraggiamenti, è stata per me una vera terapia. Alla fine credo che la semplicità del muoversi così, ti permette di incontrare le persone e ti rende la vita più felice, e basta poco, una birra offerta sulle Alpi può riempire il cuore di gioia e di positività; così come il meccanico del negozio di bici di Trento che ha aggiustato la mia "Savannah" gratis, per il piacere di potermi dare una mano».
Trida postava ogni giorno le tappe sui social, Facebook e Instagram soprattutto: «Mi hanno seguito amici e conoscenti, colleghi di lavoro e persone che conosco da una vita, anche gente di Riva che ha saputo e mi ha sostenuto».

È stata anche una fatica, «soprattutto perché mi sono portato dietro 35 chilogrammi bagagli, troppi a pensarci ora. Mi dicevano che non sarei riuscito a superare le Alpi ma alla fine ce l'ho fatta. Se ripartissi ora, starei più leggero». E il suo messaggio finale è: «Happy Gay pride; I love Europe with no borders; no to racism, yes to love».

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