Arco piange Alessandro Tovazzi il parà morto ieri a Cremona "Era un ragazzo dal cuore d'oro"

Dolore e incredulità, nell’Alto Garda, per la morte avvenuta domenica a Cremona del paracadutista di Arco Alessandro Tovazzi. Le autorità lombarde e l’ente della sicurezza aeronautica hanno aperto un’inchiesta tecnica sull’incidente, che ha portato anche alla morte del pilota dell’aereo, Stefano Grisenti, deceduto nello schianto al suolo del velivolo.

Decollato alle 9,20 dall'Aero Club del Migliaro, a Cremona, con il pilota e otto paracadutisti a bordo, il Pilatus Porter C6 è precipitato mezz'ora dopo nella campagna alle porte della città lombarda.  

L'ipotesi più accreditata è che ad innescare la caduta dell'aereo possa essere stato l'impatto tra l'ala destra del velivolo e il paracadutista trentino, che si è lanciato con una tuta alare. Resta da capire, e potrebbe non essere semplice, se sia stato il 41enne trentino ad urtare l'ala nelle fasi iniziali del lancio o, invece, il pilota a travolgere il paracadutista già in volo. Si cerca ora la telecamera “action” che Tovazzi indossava ad ogni lancio sul casco, e dovrebbe aver registrato tutto quanto accaduto, ma al momento non è stata ancora rintracciata.

Resta lo sgomento per la morte di un paracadutista esperto, persona prudente e scrupolosa, che fra l’altro era candidato alle amministrative in corso ad Arco (era stato anche in consiglio comunale anni fa). 

«Quando ho sentito la notizia ho sperato fino all'ultimo che non fosse lui. Poi purtroppo….» ci ha detto ieri Stefano Tamburini tornando da Cremona. «Qui è tutto sotto sequestro, bisogna aspettare le decisioni del magistrato e probabilmente l'autopsia - ci dice - Il volo ma anche le immersioni erano la sua vita e Alessandro non era certo di primo pelo. Un ragazzo fantastico, un dolore immenso». 

 

Lo stesso dolore che condivide tutta la comunità arcense che vorrebbe risvegliarsi da un brutto incubo come se niente fosse accaduto. «Alessandro era un ragazzo dal cuore d'oro, innamorato della libertà - aggiunge Claudio Del Fabbro che lo aveva sentito al telefono non più tardi di giovedì sera - Era appassionato di sport a 360 gradi ma anche molto attento al sociale. Il volo era la sua grande passione. Ma purtroppo a volte alcune passioni si possono pagare a caro prezzo».

 

Un impegno nel sociale e a favore della comunità testimoniato anche dalla lunga militanza, per ben tre lustri, nel servizio «Spiagge Sicure»: «Alessandro era un ragazzo spettacolare, generoso come pochi - racconta Niko Posenato , responsabile del servizio di vigilanza e soccorso sulle spiagge dell'Alto Garda e Ledro - È stato con noi per 15 anni, come capo equipaggio sul gommone, ha lasciato solo due anni fa. Sono sconvolto per la sua perdita».

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