Un attore rivano nei film di Sergio Leone

Si tratta di Aurelio Drago, poliedrico artista

di Claudio Chiarani

Pittore, artista, attore, rivano doc. Di Aurelio Drago, classe 1945, a chi ha una certa età non serve dire molto. Però che avesse recitato in due capolavori del grande regista Sergio Leone a saperlo erano in pochi. E questa è una "scoperta" abbastanza recente, visto che lui oggi risiede stabilmente in Costa Azzurra e negli anni rivani lo ha confidato solamente a pochi. 

A raccontarlo è Marvin Polegato, una vita lavorativa spesa nella "dolce vita" rivana degli anni Settanta e Ottanta e anche Novanta. «Aurelio - racconta l'amico Marvin - è sempre stata una persona gentile, affabile, umile e di quelle sue parti nei film di Leone ne ha parlato davvero con pochi». Già, perché a guardare e riguardare la scena "morte di un soldato" ne "Il buono, il brutto, il cattivo", uno dei tre film noti per la "Trilogia del dollaro" è davvero difficile riconoscere il concittadino rivano nel soldato sudista morente tra i ruderi di una casa bruciata: quando Clint Eastwood lo vede e lo copre con la sua giacca, facendogli fare poi due "tiri" del suo sigaro. L'unico indizio sono gli occhi.

«Aurelio poi ha fatto la comparsa ne "C'era una volta in America", indiscusso capolavoro finale del grande regista italiano cui la colonna sonora dell'indimenticato Maestro, così come per quelle della trilogia del dollaro, ha contributo a rendere celebre nel mondo. Non per nulla a Morricone fu assegnato l'Oscar. Aurelio, studi classici e università, si trasferì a Milano dove ebbe inizio il suo percorso artistico, esponendo le sue opere in alcune collettive. «Ha interpretato anche a parte di un magistrato o di un procuratore, non ricordo bene - prosegue l'amico Marvin - ne "I racconti del Maresciallo, una serie andata in onda in tv a fine anni Sesanta. Una delle prime "fiction" si direbbe oggi, tratta dai racconti di Mario Soldati con protagonista Turi Ferro. L'arte, però è la sua passione di sempre». 

Nel 1973 è stilista di moda nella "Milano da bere", è designer per diverse aziende produttrici di seta a Como e, nel frattempo, tiene la sua prima personale a Riva del Garda. Il genere che Aurelio dipinge è il figurativo, anche se molte sue opere richiamano il genere cosmico. Le esperienze nel mondo del cinema e il trasferimento a Roma dove, impegni cinematografici a parte, continua la sua attività pittorica sono per Aurelio la crescita professionale nel mondo dell'arte. Per qualche anno si trasferisce anche negli Stati Uniti, dove rimane dal 1981 al 1988 diventando nel frattempo sceneggiatore. Scrive, infatti, diversi soggetti per alcuni film di registi italiani mettendo i pennelli a riposo per tre anni. Nel 1998 ha esposto ad Art Expo a New York, quando la sua pittura ormai possiede appieno la sua impronta personale: sentimenti, musica, il surrealismo spaziale, l'astratto.

«Non lo vedo da tanto - conclude l'amico Marvin Polegato - so che è in Costa Azzurra dove continua a lavorare ed esporre in diverse mostre. Spero di rivederlo presto, manca a me ma anche a quella Riva che chi ha la nostra età rimpiange sempre.» Le opere di Aurelio Drago, che ha sperimentato anche la musica aprendo uno studio di registrazione a Roma a fine anni Ottanta e si è successivamente confrontato anche con la scultura in legno, sono state esposte in Francia, Germania, Austria, Inghilterra, Danimarca, Spagna, Finlandia, Polonia, Svezia, Canada, Stati Uniti oltre che in diverse collezioni private e di Enti pubblici.

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