Il "lockdown soft" di Riva una folla a passeggiare ma la sera si ferma tutto - Video

di Davide Pivetti

Che differenza ci può essere tra la domenica di novembre in soft lockdown e coprifuoco serale - che abbiamo vissuto in Busa - e quelle del novembre dell’anno scorso, o dell’anno prima o di cinque anni fa?

A guardare la quantità di gente in giro per le strade - soprattutto a Riva - domenica pomeriggio si direbbe che è stato tutto un sogno. Che il virus non c’è mai stato, che ci siamo risvegliati in una bella giornata di sole con soltanto questa cosa strana che tutti portano la mascherina. Purtroppo non è così. Il virus c’è, dilaga, in Alto Adige come in Trentino, in Veneto come nella vicina Lombardia, da venerdì “zona rossa” a tutti gli effetti, anche se non è certo il lockdown di primavera. E proprio il confine tra Riva e Limone, tra Trentino e Bresciano, ieri è stato forse l’unico luogo dove l’effetto delle misure anti-covid si è fatto immediatamente avvertibile: Gardesana quasi deserta, una vettura in transito ogni tanto, praticamente nessuna da sud verso nord, visto che non si potrebbe uscire dalla “zona rossa” per entrare in “zona gialla” (quale noi siamo almeno per ora).
Tutt’altra musica sulla statale rivana, con traffico sostenuto in direzione del Garda fin dal casello A22, e un discreto via vai pure sulla Gardesana Orientale.

Ma è in centro a Riva e sul lungolago che questa prima domenica dell’Italia a tre colori è sembrata essere così lontana dall’emergenza. In centro i plateatici dei locali erano pieni di gente. Quasi tutti gitanti di giornata: trentini, veronesi, vicentini, emiliani arrivati in moto, auto, camper (parcheggi quasi pieni ieri attorno al centro storico come a San Nicolò). In diversi locali le distanze tra un tavolino e l’altro, tra un cliente e l’altro, non sono sempre rispettate. Mentre, per fortuna, è quasi impossibile vedere qualcuno senza la mascherina.

La Polizia locale e le altre forze dell’ordine hanno vigilato - per quanto possibile - ma senza elevare sanzioni, ieri. «Abbiamo fatto soprattutto prevenzione - conferma l’ispettore della Locale, Giorgio Vivori - cercando anche di far capire chi può stare aperto, ad esempio il “Blue Garden”, e chi invece deve chiudere perché è centro commerciale, come “Green Center” e il vicino “Poli”.

Poi dalle 18 chiusura totale di tutti i locali con la possibilità di continuare l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio senza limiti anche col coprifuoco notturno».
Già, perché nonostante la giornata sia sembrata quasi del tutto normale, la serata ha raccontato una storia molto diversa: già nel tardo pomeriggio è calato il silenzio, assieme al buio, su Riva. E un po’ tutti - gitanti, residenti, operatori - si sono ricordati che siamo in piena pandemia. E che per la prima volta dalla fine dell’ultima guerra anche a Riva è scattato il coprifuoco.

SABATO SERA invece il contrario. Anche se il coprifuoco stabilito dal Dpcm scatta alle ore 22, già dalle ore 20 la città si svuota completamente. Come dimostra questo video, girato sabato alle ore 20.08 dai nostri redattori: un deseryo.

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