Addio a Paolo Marchi Vidi il noto albergatore e navigatore stroncato dal covid a 61 anni

61 anni compiuti il 12 agosto scorso, rivano doc, albergatore, navigatore, vulcanica fucina di mille idee

di Claudio Chiarani

Paolo Marchi Vidi, 61 anni compiuti il 12 agosto scorso, rivano doc, albergatore, navigatore, vulcanica fucina di mille idee, importatore di vele da windsurf, ideatore del marchio "Coast to Coast", è salpato per il viaggio più lungo della sua vita nel pomeriggio di ieri, mercoledì 11 novembre. Solamente a febbraio dell'anno scorso Paolo e gli amici piangevano la scomparsa di Pino Marchi Vidi, il fratello di Paolo portato via da un brutto male, oggi Riva e l'intero Garda trentino sono costretti a salutare Paolo portato via dal Covid.

Una lotta durata due settimane all'ospedale di Rovereto, dapprima il ricovero poi con l'aggravarsi delle sue condizioni lo spostamento nel reparto di terapia intensiva del Santa Maria del Carmine dove Paolo ha lottato finché ha potuto. Erica Fambri, la moglie e Michele il figlio sono distrutti dal dolore perché la speranza, che in un primo momento era legato allo scendere dello stato febbrile, era che per Paolo si potesse trattare di un brutto momento e basta. Invece. Invece gli amici di sempre, i colleghi albergatori sono esternati per la brutta notizia. Non perché chi ha perso la vita per il Covid sia da meno, ma perché Paolo Marchi Vidi era molto conosciuto per la sua attività, terza generazione di albergatori e ristoratori che teneva alto il palmarès di un Hotel come il Villa Miravalle in via Monte Oro e il ristorante Villetta Annessa.

«Ero amico dei genitori - racconta al telefono col groppo in gola Paolo Danti - Paolo lo conoscevo da quando lo portavano a spasso in carrozzina. Pino era come mio fratello, l'abbiamo perso solamente poco più di un anno fa, ora Paolo. Io non so che dire, giuro, non so davvero che dire se non che era benvoluto da tutti, aveva un sorriso per ognuno, mai arrabbiato, un carattere come il suo che gli faceva sempre pensare positivo. Purtroppo, ci ha lasciati tutti increduli».

Paolo Marchi Vidi aveva un sogno, quello di poter fare il giro del mondo in barca a vela, e dieci anni fa era partito per quel viaggio attraverso l'Atlantico per arrivare ai Caraibi e fermarsi lì. Stava bene Paolo durante l'inverno, ma la sua Riva gli mancava. Fatto naufragio con la prima barca ne aveva acquistata una seconda che l'anno scorso aveva fatto arrivare a Genova. Voleva metterla di base a Cagliari, in inverno fare magari dei charter nel Mediterraneo, ma pressava sempre di più per una vita tranquilla, casa, lavoro, amicizie, interessi. "Ciao né" diceva sempre quando se lo ricordava, perché era uso alzarsi in piedi e sparire anche nel bel mezzo della conversazione più fitta che si potesse fare. «Bevet qualcos?» chiedeva sempre a chi passasse a trovarlo in albergo, oppure «Nente a magnar en bocom ensema?». La notizia della sua morte ha fatto ben presto il giro della Busa, tutti increduli perché pur sapendo che era ricoverato nei giorni scorsi la febbre era scesa e la speranza che il quadro clinico potesse migliorare si era rafforzata. Purtroppo, i polmoni sono collassati e la respirazione assistita nulla ha potuto davanti alla gravità delle sue condizioni.

Paolo Marchi Vidi è salpato per il suo personale giro intorno al mondo, al timone della sua Victoria, senza più paure di mari o oceani mossi, onde alte o tempeste. Il capitano, come amava farsi chiamare, si è messo al timone ed è partito, da solo, senza mozzi o marinai, perfettamente in grado di manovrare in mezzo alla tempesta più grande della sua vita che si concluderà ancora una volta da qualche parte dell'universo in attesa dei suoi tanti amici che, un giorno lontano, gli diranno "ma che brutto scherzo ci hai tirato? No se va via da sol, avvisa almem."

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