Inquinamento del rio Bordellino, ora indaga la Forestale: il mistero delle acque color ocra

RIVA DEL GARDA - «Stiamo indagando per arrivare a capire chi o da dove è partita la causa dell’intorbidimento delle acque del Rio Bordellino. Altro non posso aggiungere». Interpellato, Ezio Berteotti, ispettore capo della stazione del Corpo Forestale di Riva del Garda, ammette che lui e i suoi uomini stanno indagando sul fenomeno segnalato dai referenti del Coordinamento Ambientale Alto Garda e Ledro, i quali nella giornata di sabato scorso 30 gennaio avevano allertato gli agenti del Corpo di Polizia Locale intercomunale dopo aver visto le acque del Rio Bordellino “tingersi” di un color ocra scuro.

Dopo il sopralluogo degli agenti del comandante Marco D’Arcangelo, i quali non avevano al momento trovato elementi riconducibili al fenomeno in oggetto, ma che per bocca dello stesso comandante si erano messi a disposizione per qualsiasi altra segnalazione che possa in qualche modo causare danni all’ambiente, ora sono le indagini della Forestale della stazione di Riva che sono in cerca della causa che ha innescato il fenomeno.

«Si tratta - ci dice ancora Berteotti - di un probabile sversamento di terra argillosa nella rete delle acque bianche che poi confluiscono in quelle pubbliche del Rio Bordellino, ma, ripeto, potremo essere più precisi ad indagini concluse. Siamo a buon punto, però, questo desidero che si sappia». Il Rio Bordellino, piccolo canale d’acqua cristallina che attraversa le campagne in zona delle Grazie/Sant’Andrea, proprio sul confine tra i comuni di Arco e Riva in passato era dimora abituale di piccoli gamberi d’acqua dolce, le sue acque venivano monitorate in continuazione da un agente dei Vigili Urbani preposto allo scopo, e sono ancora dimora di piccole specie di pesci.

Il fatto che qualcuno o qualcosa (è tutto da stabilire) abbia causato l’intorbidimento delle sue acque, che servono anche a dare acqua alle coltivazioni che si trovano sul suo percorso prima di finire nel lago di Garda col nome di Galanzana, uno dei “torrenti vitali” nell’idea della “Rete delle Riserve” e utile nel formare quel “corridoio” ecologico tra le pendici, i fiumi e il lago è, da sempre, oggetto di difesa da parte delle associazioni ambientaliste, attente alla salute del territorio.
Sulle sue sponde si sviluppano flora e fauna, esiste un habitat nel quale non è raro scorgere uccelli di diverse specie, ci sono zone verdi a canneto e in alcuni punti assomiglia molto ad un’oasi “felice.” Purtroppo, la zona artigianale di Ceole ne ha intaccato in parte e nel tempo le sponde, circondate anche da piante di salice piangente davvero molto belle, il tutto è abbandonato

a sé stesso e questo ennesimo episodio ai suoi danni non contribuisce certo alla sua salvaguardia. In passato anche gli “Amici della Sarca” avevano levato gli scudi, come si suol dire, sulla situazione del Rio Bordellino, ma anche allora finì tutto nel dimenticatoio. Era il 2015 quando le cronache se ne occuparono a tema, ora con questo nuovo episodio di sversamento che il Corpo Forestale andrà a verificare, si spera che torni l’attenzione sul corso d’acqua così prezioso per l’ambiente.

Chi sollecita un intervento dell’Agenzia Provinciale per l’ambiente è il Coordinamento per la tutela dell’ambiente Alto Garda e Ledro che in una nota sottolinea come «a nostro avviso quello che è accaduto e che è durato per giorni anche dopo le nostre segnalazioni, sia un fenomeno tutt’altro che naturale. Visto che non crediamo ad eventi soprannaturali chiediamo alle autorità preposte di verificare prima di tutto la natura di questi sedimenti e del materiale terroso che per giorni ha caratterizzato l’acqua, da dove provengano, se siano frutto di sversamenti abusivi. È possibile ritenere che il materiale diluito e disperso per centinaia di metri non sia derivato da pioggia o fenomeni naturali, bensì da movimentazioni, sversamenti e diluizioni e il tutto possa essere confluito nel Rio attraverso condotte autorizzate (oppure non autorizzate). Solo dopo questi accertamenti ci metteremo il cuore in pace».

 

comments powered by Disqus