Parco Amico dedicato a Colorio
Il Parco Amico del Brione, a Rovereto, un ettaro di verde tra i più amati della città, si chiamerà d’ora in poi Parco Colorio, in onore del cittadino Gino Colorio, dal ‘26 accademico degli Agiati e più in avanti accademico dei Lincei. L’iter, partito ancora nel 2008, si è concluso l’altra sera in consiglio comunale, dove l’intitolazione al venerato ingegnere, morto nel 1965, è stata votata all’unanimità. Il nome Parco Amico, scelto tempo addietro da una giuria di bambini della scuola primaria Gandhi ma per cui non era stata fatta alcuna registrazione ufficiale, dovrà quindi essere cambiato. Per un certo periodo si era ipotizzato di affiancare i due nomi, ma la decisione dell’altra sera chiarisce ogni dubbio: il parco si chiamerà Colorio.
Il nome del famoso ingegnere, nato a Calliano nel 1890 e laureatosi ingegnere civile a Vienna nel 1913, è legato a molti progetti del basso Trentino dove si rifugiò con la famiglia dopo aver militato per qualche tempo come Kaiserjäger nell’esercito austriaco: per l’amico Gianni Caproni lavorò anche come ingegnere collaudatore. Nel dopoguerra, Colorio ha realizzato numerose ricostruzioni di opere che erano state distrutte dalla guerra nella Vallagarina e nel Basso Sarca: in qualità di «Ingegnere capo» per anni diresse più di venti ingegneri e 50 geometri, tutti impegnati nella ricostruzione, così da diventare nel 1922 cittadino onorario di Marco. Tra le opere più importanti che aveva progettato, il palazzo ex Gil di Rovereto, il ponte di Castellaz in Val di Non, il primo tratto della Gardesana orientale dopo Torbole, lo stabilimento Pirelli di Rovereto, la Cassa Malati di Rovereto, lo stabilimento Xilos di Rovereto, Casa Strazzabosco a Rovereto e alcune strade della Val di Gresta.
Dopo un periodo come libero professionista, per anni tenne la cattedra di topografia e costruzioni presso l’istituto tecnico-commerciale di Rovereto. Tra i suoi lavori, anche sei libri tecnici, di cui uno fu utilizzato per anni come testo di studio e fu ristampato tredici volte.
Per i suoi meriti in campo professionale fu anche nominato commendatore dal presidente della Repubblica. Ma quello che colpisce è la capacità inventiva: nel 1946 progettò una specie di motore per aliscafo che però non ha voluto brevettare. Anche un’altra sua trovata, addirittura un tipo di cambio automatico per automobile, segnò una svolta nel 1930 ma alla fine non era stata perfezionata per mancanza di mezzi.
L’ingegnere Gino Colorio era venuto a mancare nel 1965 mentre stava completando un testo scientifico sull’applicazione del «metodo del Cross» per la risoluzione dei telai multipiani per la rotazione dei nodi. Tra i motivi per cui venne nominato accademico degli Agiati, il suo impegno «per circa trent’anni nel profondere i tesori della sua profonda preparazione tecnico-scientifica e del suo autentico magistero didattico per la formazione di una generazione di giovani professionisti». Inoltre, «alla attività didattica e professionale affiancò costantemente un intenso impegno di studio e di ricerca nel campo della scienza delle costruzioni, che è documentato da una serie di pubblicazioni originali che ebbero largo successo».
I parenti di Gino Colorio, la figlia Beatrice ed il nipote, hanno accolto la decisione con grande soddisfazione.