Distanziamento in classe con le piante verdi tra i banchi dei bambini

di Chiara Zomer

Piante per dividere in modo green i bambini a settembre, quando il rientro in classe dovrà fare i conti con le esigenze di sicurezza dovute a Covid 19. È questo il progetto a cui sta lavorando la scuola paritaria Veronesi, che ha già fatto i primi esperimenti. Con un obiettivo, sintetizzato dal direttore Alessandro Laghi: «Cerchiamo di creare un ambiente di lavoro dignitoso per i bambini. E cerchiamo di trasformare i limiti in opportunità».

L’idea è nata nell’ambito della facoltà di Scienze della formazione di Bolzano. Ad averla, è stata Beate Weiland, professoressa associata di Didattica del campus di Bressanone dell’università di Blzano. La professoressa Weiland è anche l’esperta a cui la scuola Veronesi aveva chiesto già di collaborare su tutt’altro progetto: si sta ragionando di come costruire il nuovo edificio che ospiterà la scuola, e alla ricercatrice si è chiesto di inserire nel progetto elementi pedagogici, all’interno delle soluzioni strutturali.

Ecco che, quando Beate Weiland ha avuto l’idea e ha predisposto il progetto «Eden - il paradiso fai da te a scuola con le piante», anche le Veronesi hanno accolto l’opportunità.
A spiegarla è il direttore Laghi: «L’iniziativa fa salve naturalmente le metrature nazionali e provinciali, ma ci sembrava una bella idea per favorire il distanziamento con elementi naturali, anziché con elementi fissi». Alle Veronesi ci sono 5 classi, una per anno scolastico.

Si è deciso di cambiare proprio gli spazi: «Abbiamo aumentato la metratura di ogni aula, solitamente avevamo 40 metri quadrati, che significava dire non più di 18 bambini. Adesso le abbiamo raddoppiate: ogni aula è circa di 80 metri quadrati. Lo spazio all’interno è diviso idealmente in due aree: la prima arredata in modo tradizionale, con i banchi in linea di fronte alla lavagna, pensati per le lezioni frontali, la seconda, con isole che permettono il lavoro i piccoli gruppi. In quest’area il distanziamento sarà organizzato grazie alle piante».
Le piante, per capirsi, divideranno un’isola dall’altra, ma anche all’interno della medesima isola terranno i bambini separati tra loro. «Ai genitori abbiamo anticipato che ci saranno importanti novità nella logistica, spiegheremo a breve il progetto» osserva Laghi.
Le aule potranno ospitare dunque il numero di bambini previsto per ogni classe, aggiungendo la possibilità di cambiare modalità logistica.

Dal punto di vista pedagogico, il perché l’idea dovrebbe funzionare, l’ha spiegato la stessa professoressa Weyland al Corriere della Sera: «Quando ci avviciniamo ad una pianta ci viene naturale di non toccarla - spiega - è una reazione innata. È come avvicinarsi ad una persona, mentre le superfici vengono facilmente esplorate con il tatto». Secondo la professoressa inoltre, dai primi esperimenti - fatti in questi giorni anche alle Veronesi - c’è un ulteriore vantaggio: i bambini, a contatto con le piante, si tranquillizzano.

L’opportunità di avere del verde in classe, inoltre, può aprire percorsi nuovi anche dal punto di vista didattico: «Dall’anno prossimo ci sarà l’obbligo di educazione civica - spiega il direttore Laghi - noi stiamo pensando di far portare ad ogni bambino una piantina, di cui dovrà prendersi cura».

Nell’attesa, si è riorganizzata la logistica dell’intera struttura: niente più sala mensa, mentre le aule, tutte al piano terra, avranno ognuna un ingresso indipendente: «La mensa l’abbiamo eliminata perché avremmo dovuto fare dei turni ingestibili per i bambini - spiega Laghi - garantiremo comunque il temo pieno, mentre le lezioni sono state rimodulate per avere un solo pomeriggio obbligatorio, gli altri opzionali».
È luglio ma le scuole sono insomma in attività: si sta preparando l’avvio dell’anno prossimo.
Un anno complicato, e serve creatività per arrivarci preparati.

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