La pandemia ha portato il 30% di traffico in più

di Nicola Guarnieri

Il tracollo viabilistico con la riapertura delle scuole non c'è stato ma il rischio intasamento e soprattutto smog lancia comunque un allarme. Perché i dati raccolti dal Comune, anno su anno e giorno su giorno, sono impietosi. A causa dal Covid, sulle strade della città si è riversato il 30% in più di traffico. Tanta, troppa roba per non preoccuparsi.

In verità, l'impatto non ha causato danni grazie agli accorgimenti messi in campo dal Comune ma l'eccessivo ricorso alle automobili private non può non far riflettere. Rovereto, di suo, è già un centro abitato strutturato per essere ingolfato. E questo a prescindere dal raddoppio del trasporto pubblico e dallo stimolo, che ha avuto risposta positiva, a sfruttare la bicicletta per spostarsi. Perché le famiglie hanno paura del contagio, come prevedibile e per altro previsto. Che spinge a preferire la propria macchina rispetto all'autobus. Di qui l'incremento spaventoso dei veicoli che stanno occupando le strade.

Rispetto ad un anno fa, per capirci, un cittadino su tre ha scomodato l'automobile per spostarsi, cosa che prima non aveva mai fatto. Generando traffico - anche se con gli accorgimenti viabilistici messi in campo dal Comune si è evitato l'ingorgo - e impestando l'aria. Un problema a cui si dovrà necessariamente trovare rimedio.
Covid e scuola, insomma, stanno facendo dannare le istituzioni. Perché la riapertura delle aule agli studenti ha spinto a garantire loro la sicurezza. E a di là delle misure di prevenzione a rendere arduo il compito è proprio la viabilità. Le stime, d'altro canto, sono impietose: molti genitori non si fidano dei mezzi pubblici e preferiranno accompagnare i pargoli a lezione in macchina. Per questo il Comune è corso ai ripari, attivando una piccola rivoluzione viabilistica per contenere l'altro contagio, quello da automobili.

L'utilizzo del mezzo privato, d'altro canto, è preferito da molti che temono contagi sugli autobus anche se Trentino Trasporti dà garanzie assolute. Ma psicologicamente ci sono genitori che si sentono più sicuri in macchina. L'allarme ingorgo, in verità, l'aveva lanciato ancora prima del lockdown l'assessore alla mobilità Carlo Plotegher.
Che aveva messo in guardia, rispetto all'autunno entrante, sulla possibilità di una paralisi del traffico. Gli studi di settore, d'altro canto, parlano di un 300% in più di veicoli riversati sulle strade, in pratica la paralisi appunto. «Uno dei temi che dovremo affrontare è proprio la mobilità cittadina.
- diceva in tempi remoti Plotegher - Bisogna partire da quale potrà essere lo stato d'animo delle persone rispetto al segno indelebile che viene lasciato da questo fenomeno che stiamo vivendo. Si dovrà per forza intervenire sulla mobilità per evitare blocchi.

In fin dei conti le persone, per loro stessa natura, hanno l'esigenza di muoversi, è un istinto primitivo».

E qui entra in gioco il trasporto pubblico, che si è riorganizzato. «La questione è che ogni individuo sentirà intimamente l'esigenza di autotutelarsi, di stare distante dagli altri. Perché siamo tutti scossi. E il trasporto pubblico locale non potrà garantire il distanziamento sociale».
Tornando alla circolazione privata, le previsioni, come detto, parlano di traffico che aumenterà del 300%. E il 70% degli utenti del trasporto pubblico ha età scolare. Ma davvero la città rischia di scoppiare? «Non abbiamo una città con spazi così ampi da permettere ulteriori incrementi di traffico in alcune ore. E considerando che il numero di veicoli in circolazione triplicherà sarà dura, visto che la città è già satura».

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