Raid notturno dei ladri in centro: rubate biciclette dalle cantine e dai cortili di casa
Sarebbero circa una decina i "colpi" messi a segno nottetempo dai malviventi nell'area tra corso Bettini, viale Trento e via Palestrina: sarebbe stato un blitz "mirato", sottratte ai proprietari anche delle e-bike
ROVERETO. Il numero è imprecisato (anche se vox populi parla di una decina di pezzi) visto che in pochi hanno deciso di sporgere denuncia. Ma il raid c'è stato, eccome, e a farne le spese è stata almeno una decina di cittadini che si sono visti sottrarre le biciclette, non già parcheggiate in strada ma comodamente alloggiate nei giardini o addirittura in cantina.
La zona colpita - stiamo parlando dell'area tra corso Bettini, viale Trento e via Palestrina - registra ammanchi importanti.
Un blitz, probabilmente su ordinazione, che ha mirato giusto. Perché, come detto, non si tratta di biciclette raccattate per strada tranciando i lucchetti con il tronchese ma di inserimenti studiati dentro scantinati e cortili recintati recuperando solo velocipedi di un certo valore. Il furto di biciclette, per capirci, è uno dei must in termini di microcriminalità ma da tempo, a dire il vero, non si registrava una retata simile.
Eppure è successo e, come detto, non sulla pubblica via ma scavalcando cancelli e forzando le porte dei sottoscala. Un blitz, insomma, che segue i dettami delle ordinazioni di chi chiede merce per portarla chissà dove. I pezzi pregiati, manco a dirlo, sono le e-bike che hanno un costo notevole e che possono essere ricettate con lauti guadagni. Perché tra ordinazioni canoniche e bonus bicicletta elargito dal governo è quasi un'impresa ordinare, legalmente nei negozi, una bici a pedalata assistita: l'attesa è dai sei mesi in su.
Chiaro che il mercato nero, quello dei ladri e dei ricettatori che sono sempre in agguato, permette di evadere le commesse, ovviamente senza bonus e senza fattura, in pochi giorni.
Da mesi, però, non si registravano furti di velocipidi se non qualche saltuario colpo di persone che, però, si limitavano a recuperare le due ruote lasciate in strada per usarle e poi abbandonarle. Nel rione Nord, invece, l'inizio settimana è stato da metaforica bestemmia, con il recupero di bici praticamente fin dentro il letto di casa.
La maggior parte dei derubati, per altro, ha preferito evitare di sporgere denuncia: «Tanto non serve a niente, la bici non me la ritrovano di certo».
Una fotografia triste e concreta della realtà. Chiaramente non è certo colpa delle forze dell'ordine che, ancorché sotto organico, presidiano il territorio e spesso e volentieri beccano i mariuoli di turno.
Ma la gente, da tempo, allarga le braccia e se la mette via. Anche se ha speso qualche migliaia di euro per una bicicletta elettrica. Rubata, attenzione, non certo da balordi in giro di notte per divertirsi ma da gruppi evidentemente organizzati. Che, come detto, si muovono su ordinazione e si infilano ormai in ogni anfratto domestico pur di recuperare refurtiva che, con ogni probabiltà, è già piazzata fuori dal Paese e dunque praticamente impossibile da recuperare. N. G.