Tra i candidati Baracetti e Ianeselli il primo "duello" è sulla sicurezza

di Matteo Lunelli

Il furto a casa di Francesca Dallapè non ha lasciato indifferente nessuno. Sia perché lei è una campionessa conosciuta e amata da tutti, sia perché l’orribile gesto ai danni di una giovane mamma con in braccio la sua bambina colpisce molto di più. E anche se il caso avrebbe dovuto lasciare strascichi legati solo a umana solidarietà e totale empatia, la questione è diventata anche politica. Con prese di posizione e qualche accusa, in pieno clima da campagna elettorale, a “soli” 77 giorni dal voto in città.

Chi non avrebbe voluto gettarsi nella mischia è il candidato del centrosinistra Franco Ianeselli. Che chiarisce subito: «Non volevo e non voglio entrare nella vicenda e commentarla da un punto di vista politico: è sbagliato cavalcare ogni episodio che accade per fini elettorali. Sbagliato e rischioso. Quindi, ma per gentilezza visto che me lo chiedete, dico solo che Francesca l’ho sentita privatamente». Aggiriamo, quindi, la legittima presa di posizione, parlando in generale di sicurezza e criminalità, temi che probabilmente torneranno alla ribalta più volte in questi 77 giorni. «Il punto è che non si può essere favorevoli o contrari alla sicurezza. Sulla mobilità si possono avere opinioni differenti, ma sulla sicurezza no. Non è una questione di destra o di sinistra».

Tuttavia, al netto di solidarietà e compattezza nel condannare questi episodi, ci vogliono soluzioni. Che non sono così immediate e, spesso, non così realizzabili. «La cooperazione tra istituzioni - prosegue Ianeselli - resta fondamentale: il Comune può e deve fare la sua parte, ma poi ci sono questura, forze dell’ordine, commissariato del governo. Il tavolo per la sicurezza ha deciso di intensificare i controlli proprio nei giorni scorsi. Poi ritengo che i gruppi di controllo del vicinato, che non sono le ronde militaresche, siano importanti e vadano implementate. Non vuol dire sostituirsi alle forze dell’ordine, ma tenere gli occhi ben aperti e darsi una mano gli uni con gli altri. Anche perché non è possibile mettere un poliziotto in ogni casa: ricordo che quando c’era un certo “capitano” a guidare il Ministero degli interni il numero delle forze dell’ordine era calato a livello nazionale...».

Chi, al contrario di Ianeselli, già sabato aveva espresso pubblicamente la propria solidarietà a Francesca Dallapè allargando il caso alla politica, è stato il candidato di Lega e Forza Italia (in attesa di nuove adesioni, ad oggi non possiamo definirlo il candidato del centrodestra) Alessandro Baracetti. Che ha scritto sul proprio profilo Facebook: «Sono vicino a Francesca Dallapè: quello che è accaduto a lei e alla sua famiglia dimostra che l’esigenza di maggiore sicurezza non possa essere più trascurata». Anche a lui, quindi, chiediamo come si possa garantire maggiore sicurezza ai cittadini, come sia possibile evitare che dei ladri si introducano in una casa a Villamontagna la sera dopo le 20. «Il presidio del territorio è la soluzione: bisogna liberare risorse per avere più forze dell’ordine. E poi è necessario adottare nuove idee per tenere d’occhio ogni zona in maniera più concreta e capillare. Ad esempio? Sfruttare le nuove tecnologie, a partire dalle telecamere ma ci sono anche altre possibilità».

Il candidato sindaco di Onda Civica, Filippo Degasperi, attacca la Lega. «Il governo trentino della Lega è attentissimo alle ronde anti lupo, mentre i ladri hanno il via libera. In Trentino i delinquenti restano ancora liberamente attivi e di iniziative concrete da parte della politica nemmeno l’ombra se non la sostituzione di qualche agente di Polizia andato in pensione. Anche le manifestazioni organizzate dalla Lega sono sparite. È la provincia del “cambianiente”, altro che cambiamento».

Infine sulla questione è intervenuta anche la consigliera comunale del Pd Elisabetta Bozzarelli, tra l’altro grande amica di Francesca Dallapè, che ha criticato la solidarietà espressa da altri esponenti politici locali, in particolare la consigliera comunale della Lega, Bruna Giuliani, che è stata tra i primi a esprimersi, ma anche Alessandro Baracetti. «Il fatto credo sia e dovrebbe rimanere privato, ma Francesca fa notizia e allora arrivano i messaggi di solidarietà dei candidati. Strumentalizzare ogni cosa ormai è uno sport: ma non quello bello, che Francesca ci ha insegnato ad amare, ma quello triste, cinico, che punta al risultato facile».

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