La faccenda dell'Azienda Forestale Trento-Bondone: dimissioni a raffica, Ianeselli interviene, equilibri da ritrovare

di Gigi Zoppello

Il Comune di Trento non è solo città, ma anche boschi, pascoli, baite e malghe. Ma l’Azienda Forestale di Trento, che li amministra, è in crisi: gran parte degli amministratori si è dimesso, e il malessere è ormai palese. Le dimissioni sono arrivate dal presidente Baldi, e da due dei 3 consiglieri (Paolo Genettin e Daniele Berloffa).

Il sindaco di Trento, con gli assessori Franzoia e Facchin e la direttrice generale Ferrario ha quindi dovuto convocare nei giorni scorsi il presidente e il direttore dell’azienda, Giancarlo Baldi e Maurizio Fraizingher. Anche perché la scintilla che ha fatto scattare le dimissioni è lo spostamento di un dipendente (il contabile), che è stato richiamato a Palazzo Thun e sostituito. Apriti cielo.

Nel corso dell’incontro - ci dice un comunicato stampa del Comune - il sindaco ha ribadito l’impegno del Comune ad alimentare il rapporto fondamentale con il territorio, con i suoi boschi, le sue strutture, le sue malghe e le sue baite. «Naturalmente tale rapporto va aggiornato e vanno individuate soluzioni organizzative più idonee . Ci sono cicli che si aprono e cicli che si chiudono e adesso per l’Azienda forestale si apre un nuovo ciclo. Lo affrontiamo nella consapevolezza di volere salvaguardare il coinvolgimento dei territori e della loro ricchezza».

Il sindaco Ianeselli ha quindi inviato a presidente e ai rappresentanti dimissionari la seguente nota: «Le dimissioni della maggioranza dei componenti della Commissione amministratrice dell’Azienda forestale hanno reso evidente la necessità di aggiornare e rilanciare il ruolo di un servizio che è nato nella metà degli anni Cinquanta per gestire il patrimonio agro silvo pastorale del Comune di Trento. In questi anni l’azione dell’Azienda forestale è stata preziosa nella tutela e nella salvaguardia delle risorse naturali comunali, nella gestione della baite e nel presidio del territorio: perché tale azione possa continuare nel tempo con la stessa efficacia, crediamo sia necessario valorizzare e adeguare la mission dell’Azienda e ottimizzare di conseguenza anche alcuni degli aspetti gestionali che hanno portato a questa impasse.

Durante l’incontro con il presidente Giancarlo Baldi, s’è convenuto che è urgente recuperare al più presto un clima di fiducia tra le parti per cercare una soluzione condivisa ai problemi emersi in questo ultimo periodo. Crediamo che, per il bene della stessa struttura e delle risorse naturali del Comune, sia tempo di individuare tutti i correttivi necessari a far sì che l’Azienda possa assolvere al meglio i suoi compiti. Auspichiamo dunque che i commissari dimissionari possano tornare sui propri passi finché, come da statuto, non si provvederà alle nuove nomine, in modo da ripristinare al più presto la piena funzionalità della Commissione amministratrice ed elaborare insieme una strategia in grado di rilanciare al più presto il ruolo e l’azione dell’Azienda forestale».

L’incontro ha già sortito il suo effetto: Genettin e Berloffa hanno ritirato le loro dimissioni, ma non il presidente Baldi (e comunque sono tutti in scadenza a breve).

Per Ianeselli c’è da lavorare, il sindaco vuole salvaguardare la rappresentatività dei territori: l’Azienda è metà del Comune di Trento e metà dell’Asuc di Sopramonte, per quanto riguarda in particolare il Monte Bondone. Ma per il primo cittadino va rafforzato il «collegamento» con palazzo Thun. E a Sopramonte la cosa non è stata presa bene. Anche perché la frase di Ianeselli è stata chiara: «Ci sono cicli che si chiudono e nuovi cicli che si aprono». E i cambiamenti spaventano sempre.

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