La Rsa di Mori ammette i familiari per l'ultimo saluto ai propri cari

Sembra poca cosa, ma per tante famiglie è un piccolo sollievo, in un momento difficilissimo. Alla Apsp Benedetti di Mori da qualche giorno si è trovato il modo di permettere ai familiari più stretti di vedere per un’ultima volta i loro cari, quando non c’è più nulla da fare, anche se sono in un reparto Covid. Fino a questo momento, quando un nonno si ammalava di Coronavirus, la famiglia veniva informata, e costantemente tenuta al corrente dell sue condizioni. Ma non poteva avere più alcun contatto. E in caso di morte, nemmeno poteva vedere il corpo. Ora la Benedetti ha trovato il modo di superare quello che, altrimenti, diventa un distacco difficilmente superabile. «Riteniamo importante - spiegano il direttore La Grutta e il presidente Gazzi - che anche in questo frangente si provi, per quanto possibile, a garantire l’umanità necessaria».
È il direttore a spiegare come funziona: «Abbiamo ritenuto che nella normativa ci fosse lo spazio per questa iniziativa. Le visite sono sospese, ma con il 3 novembre le linee guida della Provincia per le Rsa prevedono che si ammette l’ingresso in struttura dei familiari degli ospiti a fine vita. Ora diamo questa possibilità anche alle famiglie dei pazienti all’interno delle aree in isolamento». Certo, si tratta di un incontro con regole molto strette. È possibile solo quando per l’anziano non c’è più nulla da fare: «Si tratta di un ultimo saluto purtroppo breve, che teniamo aperto ai parenti più stretti, tendenzialmente i figli - spiega il direttore - i familiari sono bardati completamente, come gli operatori, e vengono accompagnati da un operatore. Pur attraverso i guanti, ci si possono toccare le mani. Purtroppo più di questo non è possibile, ma questo ultimo saluto, nei limiti della sicurezza, ci è sembrato un atto di umanità a cui non si può rinunciare».
Il primo addio si è verificato qualche giorno fa, perché purtroppo la Apsp Benedetti in questa seconda ondata ha conosciuto il Covid da vicino. Nelle ultime ore se ne sono andati due anziani ospiti. Ed è evidente il dolore di chi li ha accuditi per anni. Ma pur nel momento difficile, sembra che ci siano spiragli di ottimismo. Perché il focolaio Covid, nella Rsa di Mori, se non fermato è quantomeno ormai sotto controllo: l’ultimo giro di tamponi fatto agli ospiti ha trovato un unico positivo, per altro asintomatico. E uno solo è il positivo tra il personale (anche lui asintomatico). Rispetto ai dati di 10 giorni fa, la corsa sembra per lo meno rallentata: «Il focolaio sarà fermo solo quando saranno tutti negativi - osserva il direttore - purtroppo abbiamo perso due ospiti in queste ore, che erano in condizioni critiche. Fortunatamente gli altri o sono asintomatici, o hanno sintomi davvero lievi. Siamo molto fiduciosi».
E fiducia inizia ad esserci anche tra i personale: altri 13 che erano positivi hanno fatto il tampone, con esito negativo e rientreranno o sono rientrati al lavoro. Con oggi sono a casa solo due dipendenti: uno trovato positivo all’ultimo tampone di controllo, e uno che pur non avendo sintomi non si è ancora immunizzato. Ma tutto il resto del personale rientra in servizio. E in più è stato assunto un nuovo operatore a rinforzo della squadra. Alla Benedetti si torna a respirare.

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