Una grande folla di amici per l'ultimo saluto a Morris

Ha riunito tanti, tantissimi amici. Proprio come sapeva fare nei momenti più lieti, grazie alla sua grande voglia di vivere, al piacere dello stare insieme che ha sempre contraddistinto il suo carattere. Ieri, nella chiesetta di Besagno, tutti coloro che volevano bene, conoscevano ed apprezzavano Morris Basso hanno dovuto però farsi forza tra loro, e stringersi poi ai familiari del trentanovenne, morto tragicamente mercoledì pomeriggio in un incidente stradale a Malcesine, dove il giovane roveretano viveva e lavorava.



La chiesa della frazione moriana di dov’è originaria la madre di Morris ieri pomeriggio era colma di persone, tanto da non poter contenere tutti coloro che hanno voluto essere presenti, nel momento più triste, quello dell’ultimo saluto a Morris. Per rivolgere un pensiero al trentanovenne e soprattutto per stringersi alla sua famiglia: a mamma Mirta, a papà Renato, alla giovane compagna Arianna. Tutti annichiliti dal dolore per la perdita, improvvisa, di Morris. Tantissimi coloro che hanno dovuto rimanere all’esterno della chiesetta, con il sagrato e la strada che si inoltra nel paese stipate di persone.

Sobria e composta la cerimonia con cui Morris è stato salutato, coerente con quell’incredulità che ancora, da mercoledì, sta attanagliando tutti coloro che lo conoscevano. Originario di Rovereto, il giovane viveva da tempo a Malcesine, dove lavorava come cameriere, con la compagna e il figlioletto di quattro anni appena. A strapparlo improvvisamente ai suoi affetti, alla sua passione per la vita che aveva saputo costruirsi, l’urto con un’auto: la caduta dal suo scooter e la sfortuna, maledetta, di venire sbalzato sulla carreggiata opposta proprio mentre stava transitando un pullman turistico che lo ha centrato in pieno, non lasciandogli scampo.

Si è spezzata così la vita di Morris, in un attimo. Mercoledì la notizia aveva fatto presto ad arrivare in Vallagarina, dove lui tornava quando poteva, a rivedere la famiglia di origine ma anche i compagni con i quali era cresciuto e diventato uomo. Tanti amici d’infanzia che anche ieri lo hanno ricordato con il pallone fra i piedi, quando giocava con l’Us San Rocco. Di lui si è sottolineata, anche nell’ultimo mesto saluto, la gioia per lo stare in compagnia e la simpatia, la capacità di vivere la vita con pienezza e significato, le battute pronte di un carattere socievole e capace di strappare un sorriso anche agli altri.
Ieri papà Renato era inconsolabile, in lacrime ha accompagnato a pochi passi di distanza il feretro che accoglieva il figlio. Accanto a lui la moglie Mirta e la compagna di Morris.

Una composizione di rose bianche e una corona di fiori colorati con il nome dell’hotel Val di Sogno, a Malcesine, dove era Caposala, la sciarpa di una squadra di calcio posata accanto alla sua foto, il feretro di Morris Basso è stato accompagnato fino al cimitero di Besagno, dove a lungo gli amici si sono fermati a salutarlo e condividere quel dolore straziante per la perdita di un figlio. Un compagno. Un papà.

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