Le moto per accompagnare l'ultimo viaggio di Daniele

di Luigi Oss Papot

 Da un fragore assordante ad un silenzio che penetrava dentro ognuno dei presenti: con questi due sentimenti estremi, ma entrambi capaci di trasmettere un dolore indicibile, è stato salutato ieri pomeriggio Daniele Bortolon, lo sfortunato ventottenne di Spera che domenica, sui tornanti del passo Giau, ha perso la vita in un incidente con la sua potente moto.
Il fragore lo hanno prodotto le decine e decine di moto presenti poco distanti dal sagrato della chiesa, troppo piccola per accogliere tutti i presenti, che hanno letteralmente occupato il piccolo paese sopra Strigno: quando il feretro di Daniele, al termine delle esequie, è stato portato fuori dalla chiesa, i potenti mezzi presenti hanno fatto vibrare i timpani e l’animo di tutti con le loro sgasate di dolore.

Dal centauro più giovane a quello più navigato, tutti avevano gli occhi gonfi di lacrime in questo ultimo saluto ad un centauro come loro, un giovane come loro, un amico, un fratello con cui condividere la passione per le due ruote. Un dolore che, grazie a questo momento, è sicuramente arrivato fino in cielo, dove ora Daniele viaggia libero.
Poi è calato il silenzio più irreale, e papa Celso, mamma Roberta, il fratello Nicola sono stati sopraffatti dal dolore: momenti eterni, conditi da singhiozzi e sommessi «ciao Dani» e «ti voglio bene», quasi a non voler lasciare andare per il suo ultimo viaggio Daniele, che ora riposa al camposanto del paese.

A celebrare il funerale è stato il parroco, don Claudio Leoni: «Credo che sarei compreso - ha detto il sacerdote - se dicessi che faccio fatica a trovare le parole, in questo momento, perché anch’io ho avuto la passione delle moto, e mi immedesimo di più di quello che potete pensare. Forse il silenzio ci potrebbe anche aiutare nel chiedere a Dio la grazia di saper affrontare questo dolore. Ma se ci fermiamo solo nel silenzio, ognuno arriverebbe a fare la domanda “perché?”. Una domanda che emerge con forza. Non c’è risposta, non può esserci risposta umana. C’è una piccola luce nel buio del dolore immenso, ed è la Parola di Dio».

«Avremmo voluto vederti crescere - l’ultimo saluto di una parente di Daniele - e diventare il ragazzo che sei: buono, riservato e sempre disponibile verso tutti. Avremmo voluto vedere realizzati tutti i tuoi sogni e desideri, ma il destino ha voluto portarti via. È difficile immaginare il futuro senza di te, ma da lassù dai la forza a tutti noi di affrontare questo dolore. Ti sei portato via un pezzo di tutti noi, ma nessuno potrà toglierci il tuo ricordo».

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