Attacco dei lupi a Valcigolera Sedici capi predati, il branco era di cinque esemplari

La convivenza pacifica tra lupo e montanari è di là da venire, visti i continui assalti. Infatti, le predazioni a Primiero e Vanoi continuano: sembra ormai un bollettino di guerra, tanto che i pastori manco si prendono più la briga di darne puntuale riscontro, oppure sono “invitati” a mantenere il silenzio.
Ma in questo calda estate ferragostana affollata da turisti, fa ancora notizia una delle ultime razzie in uno dei luoghi più gettonati per un’escursione nei dintorni di San Martino di Castrozza: la Valcigolera con la malga omonima, balcone naturale sulla magnificenza delle Pale di San Martino.

Raggiungibile a piedi, a cavallo o in mountain bike, partendo da San Martino di Castrozza, Malga Ces o dalla Cabinovia Tognola e percorrendo sentieri di diversa lunghezza e difficoltà e con tempi di percorrenza mai superiori alle 2 ore», come si legge sul sito.

Sentieri che piacciono pure al lupo che ne ha fatto meta privilegiata in questi giorni per un lauto pasto. E se ne fa un baffo del luogo frequentato, anche se ora pare abbia optato per la vicina e più isolata Valzanchetta nel Vanoi, dove giovedì mattina sono state rinvenute 16 pecore sbranate e agnellini dispersi, mentre la fototrappola immortalava cinque lupi.

In ogni caso, nulla da temere secondo il Servizio Foreste e Fauna della Provincia: «La possibilità che assuma comportamenti aggressivi nei confronti dell’uomo è assolutamente ridotta».

Ne abbiamo parlato con Giacomo Broch, presidente degli allevatori di Primiero e vicepresidente della Federazione provinciale allevatori del Trentino, a cui abbiamo chiesto della predazione in Valcigolera: «Si contano sedici capi uccisi. E va sottolineato il problema, non nascosto. La Valcigolera è una meta turistica: è intollerabile che sia minacciata dalla presenza di lupi. È la riprova che l’animale non ha più paura dell’uomo. Inoltre, la Valgicolera non è distante da Malga Tognola, dove il Caseificio porta le mucche al pascolo», altra destinazione lungo percorsi amati dai turisti, raggiungibili agilmente con gli impianti di risalita.

Preoccupante? «Sì. Ora passa il messaggio che il problema sia solo di allevatori, pastori e hobbysti, ma la preoccupazione è di tutti i residenti». 

Ed in effetti chi ha cani si muove con sospetto lungo i sentieri nei boschi vicino a casa: a maggio il lupo ha predato tra le case di Via Caltene a Transacqua. «Comunque, noto che la tendenza ad umanizzare i grandi carnivori sta cambiando, non sono più tutti così solidali con il lupo. Si spinge sempre più vicino ai luoghi antropizzati, e se mancano le greggi perché non si possono più lasciare all’aperto, il rimboschimento è alle porte, con gravi conseguenze di abbandono dei prati al limitare dei paesi».

Come uscirne? «Abbiamo poche armi, se non quelle di continuare a sollecitare la politica, confidando che la Provincia sia più incisiva con Roma. Ma si deve stare attenti in questo periodo di campagna elettorale alle strumentalizzazioni partitiche: ho sconsigliato chi vuole manifestare in piazza Dante, perché non si porterebbero a casa risultati concreti».

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