Bostrico, nei boschi ormai è una vera epidemia

di Luigi Oss Papot

Come prevedibile, i nuovi dati su boschi e foreste del Trentino, contenuti nel «Piano d'azione Vaia in Trentino» edito da pochi giorni, mostrano l'avanzamento e l'aggravamento della situazione del bostrico anche sul territorio di competenza dell'Ufficio Distrettuale Forestale di Pergine: si può parlare infatti, come sostengono anche i tecnici ed i fitopatologi, di una vera e propria epidemia.

Le molte «macchie» rosse nei boschi di sempreverdi sono la testimonianza più evidente di come l'insetto xilofago (Ips typographus), a due anni dalla tempesta Vaia, abbia intaccato non solo gli schianti a terra, ma anche le piante in piedi.

Se al 10 settembre di un anno fa, su 20 trappole, le catture medie per trappola erano 2.693 e quelle massime registrate per trappola 23.653, a fine giugno 2020, su 27 trappole, le catture medie sono 15.105 (+460%) e quelle massime per trappola 36.765 (+55,4%); in 8 trappole si sono trovati più di 8 mila esemplari.

Il problema è esploso durante la primavera, a causa delle temperature miti sommate alla presenza di ancora molta massa legnosa schiantata a terra, focolaio della diffusione dell'insetto che poi, alla ricerca di materiale fresco, attecchisce sulle piante in piedi.
Ciò anche perché circa il 50% degli schianti deve ancora essere recuperato dai boschi: il lockdown non ha fatto altro che rallentare i lavori, in quanto diverse imprese straniere non sono più tornate in Trentino. Il legname ha quindi subito una caduta del prezzo.

La Provincia, per far fronte all'emergenza bostrico, ha istituito un finanziamento di 1,5 milioni di euro attraverso un incentivo a metro cubo netto di legname utilizzato a favore delle imprese boschive: nell'ambiente però da più parti si sottolinea come questa misura sia non adeguata, perché l'incentivo non è mirato all'abete rosso ma in generale a qualsiasi tipo di legname, un'elargizione di contributi che però non ha risolto il problema, mancando un piano d'azione specifico di tagli, esboschi e contenimento dell'insetto.

Il bostrico poi attacca maggiormente gli esemplari di abete rosso che sono più deboli perché fuori dal loro habitat ideale, cioè al di sotto dei 1.400-1.500 metri di quota: i boschi di abete rosso ora sotto attacco sono quelli nati da piantumazioni artificiali o a seguito dell'abbandono di zone prima a pascolo o a latifoglie. Il Corpo Forestale già da prima della tempesta Vaia, nelle campagne di taglio annuali, stava cercando di riequilibrare la presenza di questa specie nei boschi, ma dopo l'ottobre 2018 tutto è cambiato.

Anche l'Asuc di Pergine sta affrontando l'emergenza bostrico sulla collina del Rastel, dove i lavori di esbosco, a causa di alcuni problemi, inizieranno solo il mese prossimo, ma dei preventivati 150 metri cubi di legname da tagliare a fine luglio ora sicuramente la quantità colpita è maggiore: «Speriamo che con il freddo -commenta il presidente dell'Asuc Gino Froner- il problema bostrico si rallenti o si blocchi. Entro fine anno contiamo anche completare l'esbosco degli schianti di Vaia, e cominciare poi con la piantumazione».

Dal «Piano d'azione Vaia in Trentino» si viene a conoscenza di altri dati sulla situazione del perginese, dove si stima il 21,21% di tutti gli schianti in provincia (861 mila metri cubi): sono state sistemate strade forestali per circa 250 chilometri (per 3,7 milioni di euro di lavori) e piazzali per 19.700 metri quadrati (115.500 euro di lavori); inoltre sono stati costruiti 7 chilometri di nuove strade forestali (796 mila euro) e 3 mila metri quadrati di nuovi piazzali (24 mila euro). Sono 134 i cantieri attivi (113 privati e 21 pubblici), dove sono presenti 68 imprese provinciali e 66 extra-provinciali.

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