Traffico di rifiuti, nuove ombre in bassa Valsugana

di Giorgia Cardini

Un viaggio pericoloso, su cui si sta cercando di fare chiarezza. È quello che avrebbe compiuto almeno un mezzo pesante, oltre un anno e mezzo fa, dopo aver caricato materiale terroso al Parco Parenzo Sud-Ovest di Chiesanuova (Brescia), sottoposto a bonifica (nella foto).

Materiale che sarebbe stato portato lungo l'A22 e la statale della Valsugana fino alla sua destinazione finale, la discarica per rifiuti non pericolosi di Villa Agnedo. Ma su quel camion potrebbero invece essere stati caricati proprio rifiuti pericolosi, speciali, che a Villa Agnedo non potevano essere depositati.

Dopo aver già firmato un anno e mezzo fa un'interrogazione per chiedere chiarimenti su questo "viaggio", a metà settembre il consigliere provinciale Alex Marini è tornato sul caso dopo essersi procurato il progetto di bonifica dei suoli del parco bresciano (che ha una superficie di circa 5.300 mq) preparato dalla Unità di progetto risanamento ambientale e bonifiche della Provincia di Brescia.
Progetto nella cui premessa si legge: «Sul sito è stata eseguita una caratterizzazione del suolo nel 2016 il cui esito ha messo in evidenza la presenza di parametri oltre i limiti delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione, ndr)» per «arsenico, rame, piombo, zinco, mercurio e cadmio, per quanto riguarda i metalli, PCB (policlorobifenili) e PCDD-PCDF (diossine e furani) oltre agli idrocarburi pesanti C 12». Ora, è evidente che non occorre essere dei chimici per capire che sotto il Parco Parenzo Sud è stata interrata della vera schifezza. Se non bastasse, la premessa continua: «Per quanto concerne la matrice acque sotterranee, la caratterizzazione chimica consente di evidenziare come presso il Parco le acque sotterranee si presentano inquinate per i seguenti parametri: Triclorometano, Dicloroetilene 1,1, Tetracloroetilene, Sommatoria organo alogenati».

Abbastanza, insomma, per allarmarsi se qualcuno ti viene a raccontare che un camion carico di terra rimossa dall'area verde (si fa per dire) bresciana è arrivato in Trentino, anzi in Valsugana, valle purtoppo salita alla ribalta negli anni scorsi per le inchieste legate alla discarica della cava Monte Zaccon e ai "filoni" seguenti, legati allo smaltimento irregolare delle scorie dell'Acciaieria.

Ebbene, ora in corso potrebbe esserci proprio un'altra inchiesta: lo lascia intendere la risposta all'ultima interrogazione, arrivata il 28 settembre e firmata dall'assessore all'ambiente Mario Tonina. «Si rappresenta che i quesiti posti vertono su questioni coperte da riservatezza connessa ad accertamenti in corso». Null'altro.

Se nella prima interrogazione Marini aveva chiesto «se corrispondesse al vero la segnalazione ricevuta riguardo al trasporto di materiale terroso proveniente dall'area contaminata da PCB del Parco Parenzo di Brescia fino alla discarica per rifiuti non pericolosi di Villa Agnedo, se fossero stati effettuati test di cessione sulla concentrazione di PCB nel materiale terroso trasportato e se il deposito provvisorio o il conferimento definitivo presso la discarica di Villa Agnedo fosse conforme alle prescrizioni previste dal D.lgs.152/2006», ottenendo in risposta «come non fossero giunte all'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente (Appa) segnalazioni in merito al summenzionato trasporto di materiale terroso da parte del gestore della discarica di Villa Agnedo, come ciò non fosse in ogni caso previsto dalla normativa e come eventuali verifiche avrebbero comportato l'effettuazione di un'ispezione straordinaria in quanto l'impianto in esame era oggetto di verifiche ordinarie con periodicità triennale, l'ultima delle quali svolta tra settembre e novembre 2018», nella seconda interrogazione Marini ha rilanciato, riportando una nota a margine della relazione istruttoria del 13 gennaio 2020, predisposta dal Settore dell'Ambiente e della Protezione Civile - Ufficio controllo e tutela del suolo della Provincia di Brescia, dove è scritto: «La Provincia Autonoma di Trento con nota n. 601607 del 01/10/2019, ha evidenziato che nell'ambito di un controllo amministrativo effettuato su un carico di rifiuti provenienti dal sito "Parco Parenzo" e destinato a recupero presso la discarica Sar.Pa srl in comune di Castel Ivano (TN), è emerso che il relativo formulario n. XFTR00609/17 del 28/03/2019 non è stato compilato correttamente nel campo di descrizione del rifiuto. Di tale segnalazione è stata data informazione per gli adempimenti conseguenti alla Polizia provinciale con nota P.G. n.136167 del 10/10/2019».

Insomma, qualcosa la Provincia è andata a guardare e na ha informato l'autorità giudiziaria.
E anche per questo il consigliere a metà settembre è tornato all'attacco: sono state svolte ispezioni straordinarie, dopo la prima segnalazione? La volumetria della discarica di Villa Agnedo è stata formalmente raggiunta e il rifiuto introitato usato esclusivamente per la copertura o anche per altri fini? I materiali di provenienza dalla bonifica del Parco Parenzo di Brescia sono stati sottoposti ad operazioni di recupero o utilizzati per la copertura della discarica di Villa Agnedo?
Come detto, per ora «questioni coperte da riservatezza, connessa ad accertamenti in corso».

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