nei progetti con i milioni del Recovery anche la mega funivia da Caldonazzo a Luserna

Tra i 32 progetti presentati dalla Provincia allo Stato per poter accedere ai denari del Recovery Fund (poco più di 200 miliardi di euro destinati dall’Ue all’Italia), non c'è solo quello di una mega-funivia da Riva del Garda a Ledro (ne abbiamo parlato qui) ma salta agli occhi anche quello riguardante il collegamento funiviario tra l’Alta Valsugana e gli Altipiani Cimbri. Non sono gli unici, ovviamente, dato che la giunta provinciale ha pensato che 20 milioni di euro per la "rinascita" dal Covid vadano spesi in funivie (c'è anche il collegamento San Martino di Casyrozza - Rolle).

Per la funivia Caldonazzo-Luserna, alcuni anni fa era sorto un comitato di cittadini, Avianova, che con determinazione ha portato avanti questa idea e questa proposta. «Si collegano aree che storicamente hanno sempre collaborato e che potrebbero, se messe in sinergia, sviluppare il benessere dei loro territori e del Trentino stesso», racconta il più tenace sostenitore di AviaNova, Fernando Cetto. «In merito a questo collegamento auspico che venga fatto da parte della Provincia uno studio di fattibilità, valutando i costi ed i benefici, per non trovarsi poi impreparati quando si deciderà di distribuire i fondi. Se la Provincia vuole, il Comune di Lavarone si farà interprete primario e capofila nel coordinare il tutto studiando anche le ricadute che tale opera può avere», suggella il sindaco di Lavarone, Isacco Corradi.
Si cerca dunque di aprire lo sguardo sulla molteplicità di proposte che messe insieme potrebbero far nascere un comprensorio turistico di assoluto valore ambientale e naturalistico. Sci alpino, sci nordico, escursionismo, mountain bike, ciclopedanale della Valsugana che si unisce a quella «cimbra» Folgaria, Lavarone, Luserna, Asiago, sono insieme ai laghi, alle terme e alla ferrovia i capisaldi di una proposta moderna che guarda lontano con ambizione.

Recentemente anche il consigliere di minoranza De Gasperi ha presentato una interrogazione provinciale sullo stato del progetto. Gli Altipiani dal canto loro sponsorizzano in maniera concreta l’opera: i tre consigli comunali hanno votato all’unanimità una mozione che ricorda i benefici che questa infrastruttura porterebbe alla gente di montagna. Non solo la stessa mozione è stata sottoscritta dalle Comunità (Altipiani Cimbri ed Alta Valsugana), ma anche dai comuni di Levico, Caldonazzo, Tenna. È tutto un bacino politicamente rilevante e socialmente bisognoso che sostiene l’idea di collegamento. «Si guarda al futuro, ad un concetto di mobilità alternativa che metta in relazione bacini diversi, con diverse caratteristiche, si amplia l’offerta rivolta in particolar modo alle famiglie, agli amanti degli sport outdoor, poi c’è la storia che ci unisce, le fortificazioni, i camminamenti della grande guerra, la vita agreste/rurale con le malghe, le fattorie didattiche, ecc., non dimentichiamoci la ferrovia, che passa nel fondovalle a Levico e Caldonazzo, i molti pendolari che potrebbero usare la funivia per andare a scuola, al lavoro», sostiene il borgomastro lavaronese. Montagna e pianura possono dialogare, la distanza tra i poli è minima ed una funivia consentirebbe di percorrerla in sicurezza senza utilizzare veicoli inquinanti.

«Superiamo la logica di guardare solo al proprio orticello così facendo le Comunità diventeranno sempre più isolate, povere e sole. In merito a progetti similari basta copiare dall’Alto Adige, dalla Svizzera e dall’Austria», sostiene Cetto.

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