Caritas: a Levico e dintorni raddoppiate in un anno le famiglie in difficoltà

Consistente ed importante impegno anche nel corso del 2020 per il Centro d'Ascolto della Caritas di Levico (che segue i bisogni anche dei territori limitrofi quali Caldonazzo, Tenna, Calceranica e l'Altopiano della Vigolana): l'anno della pandemia ha segnato profondamente anche la società dell'Alta Valsugana, come già riportato da l'Adige il mese scorso. Sono infatti aumentati del 52,5% i nuclei familiari seguiti dal Cedas rispetto al 2019: 122 quelli seguiti nel 2020, contro gli 80 dell'anno precedente. Allo stesso tempo, come avvenuto negli ultimi anni, si nota il costante calo degli stranieri a favore delle famiglie italiane: 91 i nuclei italiani contro i 31 stranieri (praticamente 2 famiglie su 3 fra quelle seguite sono italiane). La maggior parte delle richieste provengono da Levico (68,90%), seguito poi da Caldonazzo (13,10%), Calceranica e Vigolana (rispettivamente 8,20%) e Tenna (1,60%).

Le richieste e le conseguenti risposte offerte continuano ad aumentare: in cinque anni sono più che raddoppiate, raggiungendo le 4.782 del 2020 (erano 2.186 nel 2015). Ben 1.332 i momenti di ascolto offerti (cui si aggiungono anche 426 contatti telefonici, ulteriore offerta dei volontari per un accompagnamento quasi quotidiano delle persone in maggior difficoltà tessendo una rete di collaborazione con varie realtà del territorio); 1.243 richieste riguardano beni materiali, 693 il sostegno socio-assistenziale; 623 sono state le visite domiciliari; 324 i sussidi economici; 141 il lavoro.

Dal report si evince anche che il 60% delle famiglie (73) incontrate erano già note alla Caritas, mentre il 40% (49 nuclei) sono del tutto nuovi. «La presenza costante per molti anni consecutivi -si legge nel report- racconta una difficoltà radicata e di difficile risoluzione. Il servizio svolto dai volontari è prezioso nell'offrire loro supporto non solo materiale ma anche di ascolto e di orientamento verso gli altri servizi territoriali, con cui vengono coordinati gli interventi».
Sono ancora molti coloro che vivono soli, senza reti parentali di riferimento (41%): circa la metà degli italiani incontrati vivono da soli (dato in diminuzione rispetto al 59% riscontrato nel 2019, -18%). Come avvenuto negli anni passati, anche nel 2020 gli stranieri incontrati sono mediamente più giovani rispetto agli italiani: due terzi degli stranieri ha un'età compresa tra i 18 e 49 anni, mentre un quarto degli italiani ha oltre 65 anni.
«L'assenza di lavoro -prosegue il report- rimane uno dei tratti distintivi delle persone incontrate ed è diffusa sia tra italiani che gli stranieri: cronicizza le richieste di sussidi economici che si concentrano sull'acquisto di cibo ed il pagamento delle utenze». Il 72% delle persone incontrate vive in affitto: un fatto che, sommato alla precarietà lavorativa, genera un aumento della complessità delle problematiche.
Infine, il rendiconto economico: quasi 97 mila euro sono arrivati da offerte (privati, associazioni, amministrazioni comunali, cassa rurale), circa 53 mila euro i rimborsi (in gran parte dalla Caritas diocesana); 111.305 euro è la somma destinata agli interventi (40.295 euro per il pagamento di affitti, 27.475 euro per aiuti vari alle famiglie, 19.121 euro per acquisto alimenti, 15.248 euro in buoni spesa, 3.570 euro per visite e medicinali, 1.403 euro per materiali scolastici).

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