Sclemo: l'idea di "albergo diffuso", vecchi edifici da ristrutturare per i turisti (ma anche lo smart working)
Il sogno di Nicola e Valeria Zucca, il paesino (a rischio spopolamento) è ricco di edifici non utilizzati, aperte le adesioni "in equity"
STENICO. Montagna, piccoli borghi, natura... Suggestioni di sapore turistico o anche ricerca di una vita più semplice, lontano dalla frenesia di oggi? «Logorio della vita moderna», scandiva uno slogan pubblicitario di troppi anni fa.Forse c'è un po' dell'uno e un po' dell'altro, nella scommessa di una coppia milanese che ha deciso di lanciare l'albergo diffuso a Sclemo.Giudicarie Esteriori, 115 abitanti, «fino a pochi anni fa a rischio di spopolamento», per dirla con Monica Mattevi, sindaca di Stenico, di cui Sclemo è frazione. Qui Nicola e Valeria Zucca, marito e moglie con cinque figli, hanno deciso di giocare la scommessa (diciamo una delle scommesse) della vita: la realizzazione dell'albergo diffuso. E hanno trovato la collaborazione del Comune. «Dare una mano a loro è aiutare lo sviluppo della nostra comunità» ragiona Mattevi.
Ma perché proprio Sclemo? «Ci vengo da 26 anni», risponde Zucca, che confessa: «Abbiamo corso in giro per il mondo con le nostre attività, abbiamo costruito una bella famiglia, e adesso ci piacerebbe dare un senso più alto a ciò che facciamo, convogliando le nostre esperienze in un progetto unico». Così dicendo cita Steve Jobs e i puntini da unire. Nel senso che «il progetto, man mano che procede, attira attenzione, unisce».Le esperienze internazionali si sentono nel linguaggio: «Good mood soon è la sintesi del nostro progetto». Benessere completo. Si può venire in ferie a Sclemo, ma anche a lavorare. Oggi puoi fare molti lavori da remoto. È questo? «Esatto».
Concretamente? «Si parte dalla riqualificazione edilizia di edifici, che per ora vengono catalogati come seconde case, ma vogliamo andare oltre. Partendo da una constatazione: il borgo è ricco di immobili rurali in disuso, che hanno perso la loro funzione originale di case con stalla a pianterreno, abitazione sopra e fienile agli ultimi piani. Riqualificare in equilibrio fra tradizione e modernità».
Per ora gli edifici candidati a diventare albergo diffuso sono tre, nel centro storico di Sclemo. Albergo diffuso, come spiega Zucca, «per offrire ricettività in unità abitative sparse per il borgo, quindi non situate dentro un unico edificio. È l'unico modello ricettivo in cui possono essere impiegati immobili appartenenti a diversi proprietari». Va oltre nelle suggestioni Nicola Zucca: immagina la riqualificazione della piazza come Agorà, il punto d'incontro delle epoche andate, quando i capi-fuoco si riunivano per prendere le decisioni collettive.
Tre gli edifici acquistati finora, ma il progetto è più ambizioso. Nell'iniziativa c'è poesia, ma non manca la prosa. Per capirci, Hara Life (la società che gestisce l'operazione)... "Hara" è il punto di equilibrio nei "chakra". È il centro della stabilità e dell'azione. È il centro vitale del proprio Io. Zucca sottolinea, per Hara, «le opportunità di investimento»
.Tradotto: c'è la possibilità di partecipare in equity per assicurarsi la prelazione all'acquisto degli immobili. Con due strade: acquisto quote Classe-B a partire da 5.600 euro con diritti patrimoniali: al termine dello sviluppo immobiliare (dopo 12/18 mesi) avranno un valore stimato di un più 14% su base annua; acquisto quote Classe-A a partire da 56.000 euro.
A giugno inizieranno le vendite al pubblico ma oggi è già possibile ricevere materiale informativo e manifestare interesse all'acquisto. Altre forme sono possibili.«Abbiamo creato un modello virtuoso, ecosostenibile e replicabile. Non vogliamo tenere per noi il modello - annuncia Zucca - ma condividerlo con altri. Vogliamo digitalizzare il processo, così chi abbiamo coinvolto può segnalarci, per esempio, un altro borgo o altri immobili». Albergo diffuso: per dirla con Nicola Zucca, «casa con i servizi di un hotel a quattro stelle».