Luminarie di Campiglio: dopo anni di processi, tre assolti dalla turbativa d’asta (ma per altri quattro altro procedimento a parte)
La Guardia di Finanza e il pm contestavano la procedura di assegnazione a una ditta bresciana. Per Cereghini, Corradini, Collini e Grassi il processo parallelo
PINZOLO. Non c'è stata turbativa d'asta. Nel procedimento penale sulle luminarie di Natale che nell'inverno di cinque anni fa colorarono di festa Madonna di Campiglio, la Corte d'Appello ha ribaltato il giudizio di primo grado per tre degli imputati che erano stati giudicati con il rito abbreviato. Sono stati assolti "perché il fatto non sussiste" Adriano Alimonta, all'epoca presidente del cda dell'Apt di Campiglio, Giorgio Ferrari, in qualità di presidente del collegio sindacale dell'Apt, e Roberta Cherubini, della ditta bresciana Garden Center che si aggiudicò l'appalto. In primo grado era invece arrivata una condanna a due mesi e 20 giorni: il minimo edittale, ma comunque un'accusa che avrebbe lasciato una macchia nel curriculum lavorativo e personale di chi è rimasto coinvolto. Basti pensare che all'imprenditrice bresciana sarebbe stata preclusa la partecipazione ad altre gare.
Soddisfatti i legali degli imputati, l'avvocato Nicola Stolfi per Alimonta, l'avvocato Andrea de Bertolini per Cherubini, gli avvocati Stefano Ravelli e Massimo Viola per Ferrari.
L'appalto contestato. La vicenda coinvolge anche il sindaco di Pinzolo e membro del cda dell'Apt di Campiglio Michele Cereghini, l'assessore di Pinzolo Giuseppe Corradini e Massimo Collini, in qualità di direttore amministrativo della Apt. Secondo la ricostruzione dell'accusa, sindaco e assessore disponevano che la gara per la fornitura delle luminarie avvenisse con modalità privatistiche (anche se il Comune di Pinzolo ci metteva un contributo di circa 100 mila euro). La Garden Center (che si era aggiudicata l'appalto natalizio nei due anni precedenti) per la Guardia di finanza sarebbe stata favorita: la ditta si sarebbe "autoconfezionata" un appalto su misura con l'appoggio del Comune. Di fatto la Garden Center era stata l'unica offerente.
Il processo per turbativa d'asta. Erano stati giudicati con rito abbreviato Adriano Alimonta, Giorgio Ferrari e Roberta Cherubini. Dopo la condanna al minimo edittale, le difese avevano presentato appello. Ieri il Collegio ha ribaltato il primo grado, assolvendo i tre imputati perché "il fatto non sussiste".
Esprime soddisfazione l'avvocato de Bertolini, legale dell'imprenditrice bresciana: «I giudici hanno condiviso la tesi che sostenevamo fin dall'inizio, ossia che non ci fosse turbativa. Abbiamo sempre sostenuto che nessun profilo di illegalità c'era stato in questa vicenda».
«Dedico la decisione della Corte d'Appello ad Adriano Alimonta e al suo impegno sempre a favore del bene della comunità» è il commento dell'avvocato Stolfi.
Le assoluzioni di ieri non possono che spianare la strada ai quattro imputati che hanno scelto il rito ordinario, ossia Cereghini, Collini, Corradini e Chiara Grassi. Quest'ultima, secondo l'accusa, sarebbe stata favorita nella procedura valutativa dei titoli per l'assunzione di un addetto stampa presso il Comune di Pinzolo. Da oggi davanti al collegio formato dai giudici Claudia Miori, Marco Tamburrino e Marta Schiavo verranno sentiti i testi del pubblico ministero.