Economia

Magri salari in Trentino, impiegati e dirigenti meno pagati che nel NordEst. Donne, resta il divario: il 36% in part-time

Avviato il tavolo di lavoro in Provincia con imprenditori e sindacati. In provincia bassa disoccupazione (2,9%) ma oltre 88mila inattivi (26%)

TRENTO. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e l'assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, hanno dato il via a un tavolo di lavoro sul tema dei salari in Trentino. Al tavolo tutte le categorie imprenditoriali e sindacali del territorio. Dai dati presentati è emerso un mercato del lavoro in crescita con un tasso di assorbimento del 74%, superando l'Italia che è al 66%. Il territorio mostra un aumento di attrattività rispetto ai paesi industrializzati d'Europa, con un tasso di occupazione al 71.8% e una bassa disoccupazione al 2.9%, contro il 7.3% a livello nazionale.

Si evidenzia in negativo un tasso di inattività al 26% (al 31% se si considera la sola componente femminile), che significa oltre 88.000 persone. 
Nel dare inizio ai lavori il presidente Fugatti ha sottolineato come: "Non abbiamo la presunzione che i dati mostrati siano definitivi, ma la volontà di aprire un confronto partendo da questa fotografia per capire quali sono le sensibilità all'interno del sistema trentino. Quello che oggi proponiamo è l'inizio di un percorso che dovrà avere dei tempi definiti per vedere se i dati di cui siamo in possesso sono da voi ritenuti reali o migliorabili. Non sono solo dati settoriali ma intersettoriali, ed è emerso come all'interno dei vari comparti ci siano infatti situazioni diverse. Il nostro obiettivo è quello di fare il punto insieme per capire come siamo messi e parallelamente verificare come la Provincia potrà intervenire. Non dobbiamo dimenticare che la Provincia ha le proprie responsabilità, a partire dal contratto del pubblico impiego."
"Abbiamo colto l'opportunità all'inizio di questa legislatura - ha detto l'assessore Spinelli - per analizzare diversi aspetti del nostro sistema economico. L'obiettivo è valutare le politiche adottate dalla provincia negli ultimi anni, chiedendoci se necessitino di una verifica alla luce delle dinamiche di mercato e degli obiettivi di crescita e sviluppo economico e sociale delineati dalla Provincia. Questo lavoro rappresenta la prima tappa di un percorso di analisi, confronto e approfondimento condiviso con tutte le parti economico-sociali presenti sul territorio. Oggi è l'occasione per discutere in dettaglio. I dati sono stati raccolti da ISTAT, ISPAT, Camera di Commercio, Agenzia del Lavoro e OCSE, offrendo molte informazioni che indicano una tendenza."
"Il recente passato - ha concluso Spinelli - ha evidenziato comportamenti diversi non solo rispetto all'Italia, ma anche rispetto ad altri paesi europei simili al Trentino. Vorremmo porre questa diversità come base del nostro lavoro. Partiamo dalla situazione salariale e dal mercato del lavoro, concentrandoci sulle aziende trentine, con un focus sugli investimenti e sull'internazionalizzazione. Riteniamo che il prossimo periodo sarà crucialmente orientato alla crescita internazionale, allo sviluppo delle imprese a livello globale e all'attrazione del nostro territorio sul mercato internazionale."

Confronto sul problema salariale: i dati
I dati riassuntivi della situazione salariale sono stati esposti dalla dirigente del Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro Laura Pedron. Attualmente, circa 7.400 persone sono alla ricerca di lavoro in Trentino, e la situazione si trova ai livelli minimi. Tuttavia, è stato sottolineato l'importante tasso di inattività, coinvolgente oltre 88 mila persone, di cui in parte studenti e in gran parte individui che non sono attivi nel cercare occupazione. Complessivamente, sono state registrate molte stabilizzazioni e una diminuzione dei licenziamenti. Nel discutere degli stipendi, è stata effettuata un'analisi comparata tra le retribuzioni nel Nord Est, Italia e Lombardia, evidenziando che il Trentino è abbastanza allineato ad altri territori per quanto riguarda operai e apprendisti. Tuttavia, è emerso un divario significativo per impiegati e dirigenti, con particolare rilevanza rispetto all' Alto Adige e in generale rispetto al Nord-Est. Riguardo al gender gap, si è notato che gli stipendi maschili sono più elevati, ma è stato sottolineato l'effetto del part-time femminile, che costituisce il 36%, in confronto al 33% del Nord Est e al 31% in Italia. Quando si esamina la dimensione delle imprese, si è rilevato un aumento delle retribuzioni medie al crescere delle stesse.