Alto Garda / Il dramma

L'omicidio a Riva: Maria Skvor colpita alla testa, la figlia ora si trova in carcere

A chiamare i militari questa mattina presto è stata Francesca Rozza, che viveva insieme alla madre nell'appartamento di via Deledda. I difensori della donna hanno sottolineato che la tragedia è maturata in un contesto pietoso, con «il progressivo deterioramento delle condizioni dell’anziana che aveva reso sempre più difficile la gestione quotidiana». La donna indiziata per il delitto è «in stato confusionale»

L'AVVOCATO «Francesca Rozza è ancora in stato confusionale»
IL DELITTO Uccide la madre di 91 anni e chiama i carabinieri
FOTOGALLERY Il luogo della tragedia in via Deledda

RIVA DEL GARDA - Maria Skvor, 92 anni, è stata trovata morta nel suo letto, aveva una ferita alla testa e si ipotizza che la causa del decesso sia stato un colpo sferrato utilizzando un oggetto di uso comune presente in casa, forse la lampada trovata dai carabinieri sul comodino con tracce di sangue. A chiarire l'accaduto saranno i rilievi e le analisi a cura del reparto scientifico dei carabinieri, nonché l'esame affidato al medico legale.

A chiamare i militari è stata la stessa figlia della vittima Francesca Rozza,  62 anni, che viveva insieme alla madre nell'appartamento di un complesso residenziale di via Deledda a Riva del Garda. La donna ha telefonato ai carabinieri alle 5.45 e ora è indiziata per l'omicidio dell'anziana.

«Ci troviamo davanti a una situazione assolutamente pietosa, questa è la categoria nella quale può essere inquadrata la vicenda», ha sottolineato l'avvocato della donna, Giovanni Guarini, rispondendo ai giornalisti.

Il legale ha spiegato che Francesca Rozza è ancora «in stato confusionale, per ora si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma chiarirà tutto, se avrà le facoltà mentali per farlo».

Ora la donna è in carcere e lunedì dovrebbe esserci un altro interrogatorio.

Sullo sfondo della tragedia, sembrano delinearsi i contorni di una vicenda di solitudine e di fatica nell'accudire l'anziana madfre le cui condizioni di salute erano difficili.

Sul dramma, i cui risvolti giudiziari sono seguiti dalla procuratrice generale di Rovereto, Orietta Canova, si è espresso anche l'altro legale che assiste Francesca Rozza, Nicola Canestrini: «La mia assistita - ha osservato - versa in uno stato di estrema prostrazione e saranno necessari approfonditi accertamenti sulla sua imputabilità.

È indubbio che il rapporto con la madre fosse segnato da una lunga e gravosa convivenza, nella quale il progressivo deterioramento delle condizioni dell’anziana aveva reso sempre più difficile la gestione quotidiana.

Sarà fondamentale comprendere fino a che punto questa situazione abbia inciso sulla volontà della vittima e se ci si trovi di fronte a un dramma che impone una riflessione più ampia sul confine tra aiuto, disperazione e responsabilità penale».