«Fuori dall'euro? La Fiat va via»
Dal Salone dell'Auto di Ginevra, Sergio Marchionne invoca stabilità politica e avverte, con un'evidente allusione alle minacce di Beppe Grillo, che se ci fosse «una decisione drastica come l'uscita dall'euro» gli investimenti non sarebbero più certi. Per ora nessun rinvio, anche se l'amministratore delegato della Fiat non indica date, ma si limita a dire: «l'importante è avere le idee chiare entro il 2013. Stiamo valutando quando, l'impegno è farli». E sul Movimento 5 Stelle osserva che «è molto più difficile ricostruire dopo avere sfasciato»
Dal Salone dell'Auto di Ginevra, Sergio Marchionne invoca stabilità politica e avverte, con un'evidente allusione alle minacce di Beppe Grillo, che se ci fosse «una decisione drastica come l'uscita dall'euro» gli investimenti non sarebbero più certi. Per ora nessun rinvio, anche se l'amministratore delegato della Fiat non indica date, ma si limita a dire: «l'importante è avere le idee chiare entro il 2013. Stiamo valutando quando, l'impegno è farli». E sul Movimento 5 Stelle osserva che «è molto più difficile ricostruire dopo avere sfasciato».
Marchionne è ottimista sull'accordo per il nuovo contratto degli 80.000 lavoratori del gruppo («si farà, non ci sono difficoltà insormontabili») e le sue parole sono accolte positivamente dai sindacati.
Il tema politico tiene banco perchè il Salone di Ginevra è il primo incontro con i giornalisti di Marchionne dopo le elezioni italiane. Il manager italo-canadese non si sbilancia su quale sia il governo preferito. «Non tocca a me - dice - Io posso solo osservare che l'incertezza politica crea incertezza nei mercati e questo non aiuta chi come noi deve vendere auto. La certezza di governabilità dell'Italia è necessaria e ora non l'abbiamo. La gente fuori dall'Italia non capisce cosa stia succedendo nel paese». Ma ora «La macchina deve ripartire».