Governo, ecco il piano per svuotare le carceri
«Nessun indulto o indultino», assicura il ministro Cancellieri. «Nessun pericolo per i cittadini», rafforza Letta. Le misure sulle carceri varate ieri dal Consiglio dei ministri portano con sè il consueto strascico polemico che fa leva sul timore che i delinquenti girino indisturbati per le strade. «Aumenteranno i reati», dice il leghista Roberto Maroni, governatore della Lombardia. E il compagno di partito Molteni, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia alla Camera, promette «battaglia dura»
«Nessun indulto o indultino», assicura il ministro Cancellieri. «Nessun pericolo per i cittadini», rafforza Letta. Le misure sulle carceri varate ieri dal Consiglio dei ministri portano con sè il consueto strascico polemico che fa leva sul timore che i delinquenti girino indisturbati per le strade. «Aumenteranno i reati», dice il leghista Roberto Maroni, governatore della Lombardia. E il compagno di partito Molteni, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia alla Camera, promette «battaglia dura».
«Solo inutili balbettii, una presa in giro natalizia», aggiunge il forzista Brunetta. Ma le condizioni delle carceri italiane sono un buco nero da superare. Lo vuole l'Europa, pronta a chiedere conto a suon di sanzioni se da qui a maggio non si metterà in sicurezza il sistema. Lo chiedono da tempo la Corte Costituzionale e il Capo dello Stato, e «il decreto è una prima risposta al suo appello», osserva il premier.
Di fatto il decreto legge varato è il passo atteso dal governo, mentre per ora il Parlamento ancora non mette mano a un intervento di amnistia e indulto che unito a misure strutturali produrrebbe davvero numeri significativi. Il ministro della Giustizia giovedì sarà in Senato proprio per comunicazioni in materia.
Intanto con l'ok al provvedimento di ieri si punta a portare fuori dalle celle 3mila detenuti in 2 anni: «I numeri dipendono da molte cose, ma credo rispetteremo quest'obiettivo», assicura il Guardasigilli. Tra le misure qualificanti del testo, l'innalzamento dello «sconto» per la liberazione anticipata (misura temporanea che scadrà tra 2 anni), la stabilizzazione dei domiciliari per gli ultimi 18 mesi di pena, l'espulsione al posto degli ultimi due anni di carcere per gli immigrati, l'aumento dell'affidamento in prova ai servizi sociali, l'introduzione del reato di piccolo spaccio di droga con pene minori.
C'è anche il braccialetto elettronico, che viene incentivato, prevedendone comunque l'applicazione solo per i domiciliari, e non anche all'esterno, nei permessi o nell' affidamento in prova come in fase di elaborazione si era pure ipotizzato. Possibilità che aveva fatto pensare a una possibile, prossima applicazione a Berlusconi. Arriva anche il Garante nazionale dei detenuti, «un presidio di garanzia per raccogliere le istanze» dei carcerati, annuncia Cancellieri. Lo spettro delle misure è ampio. Solo sulla riforma della custodia cautelare «il governo ha valutato di non intervenire», preferendo rifarsi al testo già discusso e avviato a votazione alla Camera, ha spiegato Letta.
L'obiettivo dell'intervento, quindi, è quello di ridurre in maniera selettiva e non indiscriminata, il numero delle persone ristrette in carcere. Non è un indulto, afferma Cancellieri, perchè «non c'è nulla di automatico» e «tutto viene affidato al giudice il quale prevede, se lo ritiene, l'uscita agevolata». Un punto su cui insiste anche il Pd, che con Donatella Ferranti, presidente commissione Giustizia della Camera, giudica positivamente il pacchetto.
Un giudizio con luci ed ombre arriva invece dall'Unione camere penali, perplessa sul piccolo spaccio e sul carattere temporaneo della liberazione anticipata. Ma i penalisti aspettano soprattutto le novità del pacchetto sul processo penale, in un primo tempo attese ieri e che invece hanno bisogno ancora di aggiustamenti e arriveranno solo col prossimo anno.
È stato invece varato un disegno di legge in materia civile che promette di sveltire i procedimenti-lumaca: riti più snelli per ridurre i tempi del processo, sentenze brevi, giudice unico in appello per determinate materie, responsabilizzazione dei legali per evitare che intentino cause temerarie, garanzie per i creditori, le novità principali.