Tiziano Ferro, evasione per 3 mln
Confermata l'evasione fiscale del cantante Tiziano Ferro per circa 3 milioni di euro. La commissione Tributaria regionale ha respinto il ricorso di Ferro e confermato le sentenze di primo grado che stabilivano la fittizietà della residenza all'estero del cantante negli anni 2006, 2007 e 2008 condannandolo a pagare le spese processuali
Confermata l'evasione fiscale del cantante Tiziano Ferro per circa 3 milioni di euro. La commissione Tributaria regionale ha respinto il ricorso di Ferro e confermato le sentenze di primo grado che stabilivano la fittizietà della residenza all'estero del cantante negli anni 2006, 2007 e 2008 condannandolo a pagare le spese processuali.
Nel suo appello il cantante chiedeva l'annullamento dell'accertamento emesso nei suo confronti per compensi non dichiarati pari a 2 milioni di euro oltre a un maggiore imponibile Iva per 1,3 milioni. Si determinava così una maggiore tassazione Irpef per 441mila euro, oltre a una addizionale regionale per 28.665, una comunale per circa 8mila, Irap per 98mila, Iva per 274mila e infine sanzioni per 851mila. I legali di Ferro contestavano, fra l'altro, il mancato riconoscimento della residenza nel regno Unito e in particolare nella città di Manchester. L'Agenzia delle Entrate però si è vista riconoscere dalla Commissione la sua posizione.
''La documentazione fornita - si legge nella sentenza - appare di fatto inconsistente e non rappresentativa al punto da provare che il contribuente si è realmente trasferito nel Regno Unito ovvero in grado di avallare la tesi'' suffragate ''dalle numerosissime apparizioni televisive e radiofoniche gestite da società italiane, la prevalenza dell'attività artistica esercitata in Italia rispetto a quella svolta nel Regno Unito, l'utilizzo di carte di credito, praticamente quotidiano per acquisti effettuati in Italia, voli aerei, l'uso di uno studio di registrazione a Milano, notizie stampa e profondi legami familiari testimoniati dalla ricostruzione di viaggi effettuati da e verso Latina'' oltre alla ''preminenza dei redditi ritratti dall'attività di artista in Italia rispetto alla dichiarazione dei redditi presentata nel Regno Unito''. Emerge quindi ''chiaramente l'intento evasivo consistente nell'aver fittiziamente assunto la residenza fiscale nel Regno Unito creando una complessa compagine sociale finalizzata a fungere da schermo e favorire l'occultamento in Italia della sua reale capacità contributiva''.