Ligabue durissimo contro la corruzione
«Expo, Mose e poi?». Con questa frase comparsa sul maxischermo di San Siro è cominciata sabato sera la prima delle due date milanesi del cantautore emiliano Luciano Ligabue. In uno stadio, il Meazza, gremito in ogni ordine di posti fin dal primo pomeriggio, la rockstar di Correggio ha cominciato così con un messaggio politico la terza tappa del «Mondovisione Tour - Stadi 2014», una tournée già connotata dalla presenza di contenuti impegnati fin dall'esordio sold out dello Stadio Olimpico di Roma
MILANO - «Expo, Mose e poi?». Con questa frase comparsa sul maxischermo di San Siro è cominciata sabato sera la prima delle due date milanesi del cantautore emiliano Luciano Ligabue.
In uno stadio, il Meazza, gremito in ogni ordine di posti fin dal primo pomeriggio, la rockstar di Correggio ha cominciato così con un messaggio politico la terza tappa del «Mondovisione Tour - Stadi 2014», una tournée già connotata dalla presenza di contenuti impegnati fin dall'esordio sold out dello Stadio Olimpico di Roma.
Alle spalle del palco scorrono infatti frasi sul potere di personaggi molto diversi tra loro: di Indro Montanelli, Jimi Hendrix, Henry Kissinger e altri, mentre sono videoproiettati dati dell'Istituto nazionale di statistica (Istat) sul costo della politica e la lentezza della giustizia in Italia.
«È la mia decima volta a San Siro: aiutatemi a renderla speciale», ha detto poi Ligabue dal palco, prima di avviare una scaletta equamente divisa fra i successi del passato e il nuovo album «Mondovisione», eseguito per intero.
E via via che Ligabue snocciolava i suoi pezzi, nuovi ma anche di repertori, è stato un sesseguirsi di ovazioni, olas, boati. Ma anche silenzi a sottolineare i passaggi più dolci ed intimi di un artista che ormai pare non avere eguali nel panorama italiano: per la costanza dell'amore del pubblico.