Parte dell'esercito israeliano si è ritirato di centinaia di metri dentro la Striscia di Gaza verso il confine. Alcune forze invece  sono state già ridispiegate dentro Israele, mentre quelle rimaste nella Striscia stanno completando la distruzione dei tunnel. Lo
riferisce Haaretz e il fatto è confermato da fonti locali. Già nel pomeriggio era filtrata la notizia che Israele non intendeva più raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia tramite negoziati con Hamas, ma piuttosto valutare la fine delle operazioni a Gaza e un ritiro unilaterale, una volta ottenuto però il ripristino della deterrenza.

«Se avvertiremo che la deterrenza è stata raggiunta - ha detto un esponente ufficiale, citato da Haaretz in forma anonima -  lasceremo la Striscia in base al principio di "calma in cambio di calma" (ovvero niente raid israeliani a patto che non siano lanciati razzi dalla Striscia, ndr). Se ci accorgeremo invece che la deterrenza non è stata ancora raggiunta, continueremo l'azione a Gaza, oppure lasceremo il terreno affidandoci agli attacchi aerei».

Sempre secondo Haaretz, nelle prossime 24 ore l'esercito israeliano annuncerà che sono stati distrutti tutti i tunnel conosciuti da Gaza verso Israele.

La decisione odierna di autorizzare il ritorno della popolazione civile nel settore Nord della Striscia ha poi rafforzato l'ipotesi del progressivo ritiro unilaterale. Al tempo stesso Israele  cercherà - sempre secondo le indiscrezioni stampa - di raggiungere comunque intese con l'Egitto, con il presidente palestinese Abu Mazen e con la comunità internazionale riguardo la la ricostruzione della Striscia, una prospettiva di smilitarizzazione di Hamas e la supervisione delle merci che entrano a Gaza.

Proprio Hamas ha spiegato che un ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia non «impegna» Hamas a niente. Il portavoce Sami Abu Zuhri, il quale ha sottolineato che Hamas «è pronta a continuare a combattere se necessario», ma si regolerà a seconda di quello che succederà sul terreno.