Renzi e Berlusconi avanti tutta insieme
Le differenze restano ma la volontà politica di un lavoro comune «nell'interesse del Paese», inclusa la partita Quirinale, vince sulle distanze. Matteo Renzi e Silvio Berlusconi blindano il Patto del Nazareno e pur lasciando irrisolti alcuni punti dell'Italicum, come l'assegnazione del premio e la soglia di sbarramento, confermano l'intesa «più solida che mai» anche in vista di prossimi passaggi cruciali. Una intesa di «sistema», come viene definita in ambienti vicini all'ex premier e che soddisfa i due leader anche se lascia volutamente aperti alcuni punti, a cominciare da quelli relativi alla legge elettorale, che potranno essere definiti «strategicamente» nelle prossime settimane.
Dopo quasi due ore di vertice e un comunicato definito sia nel Pd sia in Fi «un capolavoro di equilibrismo», sia Renzi sia Berlusconi possono mostrare i muscoli davanti alle rispettive minoranze. Il premier ha dalla sua l'impegno, per lui prioritario, da parte di Forza Italia di arrivare al via libera alla legge elettorale in Senato entro dicembre e alla riforma del Senato entro gennaio. Per il presidente del Consiglio il timing è fondamentale per chiudere «il tempo dei rinvii», convinto che le distanze saranno appianate in commissione al Senato. Dal canto suo, Berlusconi incassa l'impegno a proseguire la legislatura fino al 2018 e a restare al tavolo delle trattative anche su altre partite, il Colle in primis.
Dopo una settimana di ultimatum e contro-ultimatum, con il patto del Nazareno sull'orlo della rottura, il segretario Pd ed il leader azzurro decidono di giurarsi fiducia reciproca. Troppo rischioso per entrambi dirsi addio. «Un percorso difficile ma significativo» si ammette nel comunicato finale dove si fissano i punti fermi e quelli ancora in discussione dell'Italicum.
Renzi e il Cavaliere concordano sulla soglia per il premio di maggioranza al 40 per cento, rispetto al 37% del testo votato alla Camera, e l'ex premier cede «sulle preferenze dopo i capilista bloccati in 100 collegi». Berlusconi potrà però rivendicare la «schiena dritta» chiesta da Raffaele Fitto per non aver ceduto sul premio alla lista e sulla soglia di sbarramento.
Il Cavaliere, a quanto si apprende, avrebbe condizionato la soglia del 3 per cento al premio alla coalizione e non alla lista. Nella nota congiunta si prende, infatti, atto delle «differenze» e si rinvia ai lavori parlamentari la soluzione dei nodi. Ma il premier ai suoi spiega che prevarrà l'accordo sul premio alla lista e la soglia di sbarramento al 3 per cento, definiti nel vertice di maggioranza. D'altra parte i numeri in commissione a Palazzo Chigi sono dalla parte della maggioranza. Ed infatti Angelino Alfano esulta per un «incontro ottimo».