Quote rosa, il Patt stoppa il Pd con un emendamento
Battaglia nella maggioranza tra Pd e Patt, ovvero l'assessore Sara Ferrari e il presidente del partito autonomista Walter Kaswalder . Oggetto del contendere: il disegno di legge, firmato da tutte le consigliere provinciali trentine, tranne Chiara Avanzo («in quanto presidente» ricorda Ferrari), per introdurre alle elezioni comunali di questa primavera la norma sull'obbligo di preferenza di genere. La proposta firmata da Ferrari e dalle altre consigliere provinciali prevede infatti che, sulle due preferenze che si possono apporre alle elezioni comunali, la seconda sia di genere diverso rispetto alla prima, pena la sua invalidità. In pratica, se l'elettore sceglie di votare due nomi, il secondo deve essere un uomo se il primo è una donna o, viceversa, deve essere una donna se prima si è scelto un uomo.
Kaswalder, ieri in veste di presidente della Commissione regionale che ha avviato la trattazione del disegno di legge, ha però presentato un emendamento che va in direzione diversa. «Ho presentato un emendamento che prevede che si estenda a tre il numero di preferenze e che, solo nel caso le si utilizzi tutte, la terza debba essere di genere diverso rispetto alle prime due». In questo caso si scenderebbe dalla quota del 50% (un uomo, una donna) all'interno delle due preferenze, alla «quota del 30% sulle tre preferenze, in linea con quanto prevede anche la legge elettorale» aggiunge Kaswalder.
I due, che ieri sono arrivati anche ad un battibecco in Commissione, sono divisi da una visione diversa dell'uso della preferenza per inserire più donne nei Consigli comunali futuri.
L'assessora Ferrari richiama però Kaswalder, e chiede indirettamente che sia il presidente della Regione Ugo Rossi a intervenire sulla maggioranza, al «rispetto dell'accordo che era stato scritto all'interno della maggioranza quando si è votata la legge sui Comuni» che rischiava senza la buona volontà di Pd e Svp, di rimanere arenata tra le sabbie mobili dell'ostruzionismo della minoranza. «In quella occasione è stato chiesto a me di ritirare l'emendamento sulla preferenza di genere e a Steger della Svp di togliere quello sui consigli comunali di Bolzano e Merano - afferma Ferrari - In cambio c'è stata la promessa da parte della maggioranza che staremo in aula a resistere sull'ostruzionismo a gennaio, ora a breve, secondo i termini dell'accordo scritti da Rossi, che in quell'occasione ha chiesto a tutti di rinunciare ai mal di pancia e ha spiegao che la doppia preferenza di genere è presente nel programma di legislatura».
Ferrari chiarisce perché ritiene che, dati alla mano, quella norma vada approvata: «Primo: dal 2012 in tutto il resto d'Italia si vota con la doppia preferenza di genere e noi siamo l'unica regione che non ha questa previsione. Secondo: in Trentino le consigliere comunali sono il 26% del totale, i sindaci donna il 13%. A Bolzano si scende al 21,9% per le consigliere e all'8,6% per le prime cittadine. Kaswalder? Voglio credere si sia sbagliato, ma il punto è che l'accordo politico non va riaperto».
Dall'accordo si è però sfilata la Svp che però sembra intenzionata a votare la modifica per il solo Trentino. E l'opposizione, ieri, con Rodolfo Borga (Civica trentina) ha presentato oltre 50 emendamenti. Risultato: commissione rinviata alla prossima settimana.