Strage di migranti uccisi dal freddo nel Canale di Sicilia
Ricominciano le tragedie nel canale di Sicilia: sono almeno 29 i migranti morti per ipotermia fra ieri e oggi in un naufragio mentre tentavano di raggiungere le coste italiane. I corpi dei migranti, che erano a bordo di un’imbarcazione con 106 persone soccorsa nella notte dagli uomini della guardia costiera italiana, si trovano a bordo di due motovedette che stanno raggiungendo in queste ore Lampedusa.
«Le condizioni del mare sono proibitive, gli uomini stanno operando in condizioni difficilissime», afferma la guardia costiera. «I nostri uomini sono allo stremo - dice il portavoce delle capitanerie di porto, Filippo Marini - stanno affrontando un mare forza 8, con onde alte nove metri, come un palazzo di tre piani. Operare in queste condizioni è proibitivo e riuscire a portare in salvo decine di persone è un miracolo».
Altre due imbarcazioni alla deriva nel canale di Sicilia, sono state soccorse dai mezzi della guardia costiera italiana e da un mercantile dirottato in zona: una trentina le persone tratte in salvo. I due gommoni, secondo quanto si apprende, si trovavano al largo della Libia, nella zona dove è stato soccorso nella notte il barcone con 106 migranti a bordo.
In queste ore si stanno levando numerose voci critiche nei riguardi della decisione del governo Renzi di sospendere l’operazione di salvataggio Mare Nostrum, con la quale l’esecutivo precedente, presieduto da Enrico Letta, aveva disposto un piano di intervento che impegnava la marina militare a intervenire anche al largo delle coste per soccorrere migranti in difficoltà.
«Lampedusa oggi accoglie di nuovo i corpi senza vita di migranti in fuga da guerre, fame, violenze o gravi rischi per la loro vita, morti in mare per il freddo. Le cattive condizioni climatiche invernali non hanno interrotto il flusso degli arrivi via mare, a dimostrazione della mancanza di alterative per chi è costretto, nonostante tutto, a tentare la traversata», dichiara Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save the Children.
«Come Save the Children ha più volte denunciato, la cessazione dell’operazione Mare Nostrum espone a rischi estremi tutti, e in particolare chi è più vulnerabile, come le donne, i bambini e gli adolescenti giovanissimi che sono una presenza costante negli sbarchi: secondo le nostre stime, dall’inizio dell’anno a ieri, su 3.709 migranti sbarcati in Italia, 195 erano donne e 390 minori, di cui 149 accompagnati e 241 non accompagnati.
Chiediamo che l’Italia e l’Europa garantiscano il potenziamento del sistema di soccorso in mare al fine di scongiurare nuove tragedie come questa. Triton, così com’è concepito, non può e non deve essere l’unica risposta dell’Italia e dell’Europa a migliaia di bambini, ragazzi e famiglie costrette a fuggire per poter sopravvivere», conclude Raffaela Milano.
Anche il centro Astalli esprime dolore e cordoglio per la terribile morte di 29 esseri umani al largo di Lampedusa e chiede «la creazione immediata di canali umanitari sicuri che evitino a uomini e donne in fuga da guerre e persecuzioni di rischiare la vita affidandosi a trafficanti di essere umani».
Per il Centro Astalli sono sempre più urgenti soluzioni efficaci che assicurino l’incolumità dei rifugiati. «Mentre il dibattito tra Stati e istituzioni europee continua ad essere sempre più incentrato su questioni prettamente economiche e finanziarie, la vita e i diritti dei migranti vengono regolarmente messi in secondo piano. Ma noi non vogliamo e non possiamo accettare che il Mediterraneo continui a essere un cimitero» afferma padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli.
Il centro ricorda che dopo un anno in cui l’Italia si è adoperata per salvare migliaia di vite umane nel Mediterraneo, l’operazione Mare Nostrum è stata interrotta; l’operazione Triton, che è subentrata, ha un raggio di azione molto più ridotto e il suo obiettivo primario è quello di controllare le frontiere esterne dell’Unione. «È necessario intensificare gli sforzi, sul piano operativo ma anche normativo, per consentire ai rifugiati di arrivare in sicurezza, fermando le stragi alle frontiere e ponendo fine alla piaga del traffico di esseri umani» conclude Ripamonti.
Duro il commento di Sinistra ecologia libertà, affdato a Erasmo Palazzotto, componente della commissione esteri di Montecitorio: «Erano mesi che non assistevamo ad una tragedia del mare di queste proporzioni. Infatti prima c’era Mare Nostrum oggi c’è Triton. Il tema non è solo quello di accogliere chi riesce ad arrivare vivo sulle nostre coste ma va garantita una via d’accesso protetta che permetta a chi scappa da fame, guerra e disperazione di non morire in mezzo al mare, come accaduto di nuovo stanotte al largo di Lampedusa. Il governo Renzi e la sua maggioranza hanno deciso di cancellare Mare Nostrum, un programma che funzionava e salvava vite. Triton non è sufficiente, basta contare le vittime. L’aumento di conflitti nel mondo farà aumentare inevitabilmente i flussi migratori. Serve riaprire immediatamente una discussione sulla gestione dei flussi e sull’apertura di canali umanitari».
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