A Bologna con Libera la grande marcia contro le mafie
«Oggi con forza dobbiamo dire che le mafie e la corruzione sono due facce della stessa medaglia». Lo ha detto poco fa durante la partecipatissima marcia per la ventisima Giornata della memoria e dell’impegno, a Bologna, il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti.
Per don Ciotti «non si può andare avanti così, non si possono avere mezze leggi fatte di compromessi e giochi di equilibrio. Le mafie sono tornate veramente molto molto forti, non sono infiltrate ma radicate».
«Le mafie sono tornate forti, dobbiamo voltare pagina tutti insieme. Mi fa anche piacere una Chiesa che sa guardare in cielo ma non si dimentica e non si distrae rispetto ai problemi della terra». Così il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, durante la Giornata della Memoria e dell’impegno in corso a Bologna.
Il sacerdote ha ricordato la presenza lo scorso anno di papa Francesco alla giornata promossa da Libera, «e oggi è a Scampia e poi al carcere di Poggioreale. Questo è importante, è una Chiesa che c’è, anche la Conferenza episcopale sta portando avanti degli stupendi progetti sui beni confiscati».
«Chi non vuole una legge sulla corruzione - ha aggiunto - fa un favore ai mafiosi, la corruzione è la più grave minaccia per la democrazia». Lo ha detto il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, dal palco della manifestazione di Bologna.
«Spero - ha detto parlando mentre sul palco c’era anche il presidente del Senato - che la proposta fatta da Pietro Grasso vada in porto, se non ci andrà noi non potremo tacere. Purtroppo sento parlare di assurde prudenze e di un valzer di pressioni e ipocrisie. Ma la corruzione è l’avamposto delle mafie, sono due facce della stessa medaglia».
L’iniziativa è una lunga e affollatissima marcia, per le strade di Bologna, per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie, ma anche per ribadire che la criminalità organizzata si combatte con un paese più giusto. Si stima che siano 200 mila le persone, presenti, per la giornata del ricordo delle vittime innocenti della mafia. Insieme a don Ciotti, fra gli altri il presidente del Senato Pietro Grasso, i leader dei sindacati confederali, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, ma anche il segretario della Fiom Maurizio Landini.